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Da un logo l’idea per ripartire: I Love Norcia

Dopo i devastanti terremoti che hanno coinvolto diverse città e moltissimi paesi del Centro Italia, sono molte le realtà che reagiscono proponendo nuovi progetti per restituire linfa vitale alla vita di comunità. In molti casi si agisce in maniera diretta e concreta e in tal senso è un’ottima notizia la firma del protocollo d’intesa tra l’Associazione Italiana Editori e il Miur che hanno deciso, congiuntamente, di mettere a disposizione gratuitamente i libri scolastici per 3 anni, in conseguenza del terremoto del 24 agosto, nei Comuni di Amatrice, Arquata, Accumoli e Acquasanta terme, Pescara del Tronto. Ripartire dalla cultura è fondamentale come ha evidenziato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dichiarando: «La ricostruzione dei beni culturali e artistici è necessaria quanto le case e le fabbriche».

A Norcia invece, dalla reazione e dalla forza di Vicenzo Bianconi, presidente di Federalberghi della provincia di Perugia, è nato un progetto intorno a un’idea semplice ma vincente: creare un logo in grado di incarnare valori ed elementi comuni, come ad esempio la socialità, la voglia di stare insieme, quella di resistere e muovere i primi passi per rialzarsi. Così è nato il marchio “I Love Norcia”, il cui obiettivo è quello di raccogliere nell’immediato fondi da destinare a progetti di utilità sociale che saranno gli stessi cittadini a stabilire. Spiega Bianconi: «Il cuore rosso del logo rappresenta la forma di Norcia, della città reale, ma contemporaneamente anche l’amore, la passione e le sofferenze che queste a volte comportano».

Una reazione che, dopo la terribile scossa del 30 ottobre, ha colpito profondamente la comunità che si è rivolta alla Fondazione Italia per il dono onlus la quale ha messo prontamente a disposizione la sua struttura per dar vita a un Fondo dedicato. È già disponibile la piattaforma attraverso la quale è possibile sostenere il progetto.

È così che è nato il progetto Arca e, spiega Vicenzo Bianconi: «L’idea che abbiamo in mente è quella di realizzare un luogo sicuro, protetto, in una zona ad alta intensità sismica, per accogliere soprattutto i soggetti più vulnerabili come bambini, donne ed anziani; una struttura multifunzionale dove le persone potranno incontrarsi, scambiare idee e condividere esperienze». Una specie di Arca di Noè della rinascita, insomma, entro cui generare cultura, socialità, solidarietà e dare una ragione in più ai cittadini per non abbandonare un luogo che deve tornare a vivere, accogliere turisti e far scoprire loro la vasta gamma di eccellenze che vanno dalla tavola fino alla spiritualità.

A proposito di spiritualità, del comitato di “I Love Norcia” fa parte pure un parroco, e poi anche il sindaco, un dottore, uno studente e altri rappresentanti del settore scolastico, gli immancabili volontari – l’Italia non è seconda a nessuno in questo senso –  il presidente del Consorzio degli imprenditori.

Con i fondi raccolti, torna a spiegare Bianconi, si farà una gara aperta agli studenti di Ingegneria e Architettura a cui verrà chiesto di progettare la struttura, sacrificando un po’ del loro tempo. E, conclude: «Sarà un luogo aperto a tutti per chi vive a Norcia, per i turisti, ma anche per tutti coloro che per i motivi più diversi sono dovuti andare via dal nostro Paese».

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Redazione