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Daddy’s Pride, la marcia dei padri a cui vanno riconosciuti più diritti

Si chiama Daddy’s Pride e per chi non lo conoscesse è un movimento pacifista composto da padri italiani e stranieri, nato «per difendere il diritto inviolabile di ogni figlio di amare due genitori e quattro nonni».

Ormai da 15 anni organizzano molte manifestazioni nelle strade di tutto il mondo e, ci tengono a spiegare, «non contro qualcuno, non contro le donne o le mamme, ma in favore dei figli, per accendere dei riflettori su di loro, per dedicare un’attenzione particolare ai ragazzi che vivono in famiglie con genitori separati o divorziati che però hanno il diritto alla bigenitorialità, ad amare il padre e la madre, a poter vivere anche dell’affetto di tutti i nonni».

Il fondatore e dell’associazione è Giorgio Ceccarelli che ha realizzato, proprio insieme ai componenti del Daddy’s Pride, il cosiddetto “Protocollo Brugheiro” che fra non molto sarà sottoposto al Parlamento. «Si tratta di un documento – spiega Ceccarelli – in cui sono indicati i punti per favorire la cultura della bigenitorialità e la tutela dei minori nella separazione delle coppie, a partire dalla mancata attuazione della Legge 54/2006 sull’affidamento condiviso che di fatto è stata disattesa, visto che nella maggior dei casi al di là dell’assegnazione formale dell’affido condiviso, che il giudice è tenuto a effettuare in via prioritaria rispetto all’affidamento esclusivo, per tutti gli altri aspetti considerati in cui si lascia discrezionalità ai giudici la legge non ha trovato effettiva applicazione». Inoltre, aggiunge Ceccarelli, «lo squilibrio in favore del genitore collocatario ha prodotto un impressionante numero dei papà separati ridotti a ricorrere alla Caritas e ai dormitori, oltre ad avergli tolto la dignità e la naturale frequentazione dei figli».

Temi importanti che vogliono sottolineare come di fatto esista una legislazione carente per quanto riguarda i diritti dei padri e proprio per questo il Protocollo Brugheiro è tanto prezioso. Al suo interno si parla anche di «sanzioni per punire chi abusa della posizione dominante per mettere il bambino contro la sua famiglia d’origine, eliminando i rapporti con i nonni, con il genitore, inventando accuse infamanti che incrinano completamente i contatti». Conosciamo infatti tutti l’enorme problema rappresentato da madri che, in seguito a separazioni o divorzi, si servono in maniera deliberata e assolutamente inappropriata dei propri figli, quasi come fossero meri strumenti, per ottenere vantaggi personali. Va detto che, per fortuna, non tutte le madri sono tanto dissennate ma, tristemente, esistono anche realtà di cui sopra.

Ma le richieste contenute nel documento non si fermano qui, si parla infatti di stalking familiare: «Pensiamo a una norma che punisca con la reclusione da 6 mesi a 4 anni il genitore separato o ex convivente che, con condotte reiterate, sottraendo il figlio all’altro genitore in violazione dolosa della disposizione del giudice, cagioni nell’ex partner un perdurante e grave stato d’ansia o di paura».

C’è da dire che la proposta abbastanza decisa di questa legge nasce da quelle che sono state le esperienze personali dello stesso Giorgio Ceccarelli ma che potrebbero ovviamente riguardare anche altri padri in Italia. Una serie di tristi episodi che comunque hanno fortemente motivato Ceccarelli prima a fondare l’associazione “Figli Negati” e poi successivamente il Daddy’s Pride.

Disavventure che racconta così: «Nell’agosto del 1996, a Frosinone, vengo arrestato mentre mi trovavo in auto con mia figlia di 9 anni. Sotto il sedile la polizia trova 100 milioni di cocaina pura. Vengo immediatamente sbattuto in galera dove trascorro nove giorni in sciopero della fame. Il complotto a base di droga era stato organizzato da mia suocera, perché avevo negato il passaporto a mia figlia, impedendone il trasferimento in Grecia con la mia ex moglie e con il suo nuovo compagno greco».

Dimostrata la sua estraneità il caso, viene scagionato dalle accuse. Però lo shock dell’episodio genera una reazione che poi darà vita a una lunga battaglia per i diritti dei padri, fino alla presentazione del Protocollo Brugheiro che ora il Parlamento dovrà prendere in seria considerazione.

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Redazione