Grazie all’impegno delle cooperative che operano nel reinserimento sociale a favore di persone svantaggiate, nei penitenziari del nostro Paese crescono sempre più i progetti in grado di rappresentare un valido sostegno psicologico, morale, materiale e dal carattere inclusivo per la popolazione carceraria. Le nuove realtà legate al mondo del crowdfunding ci aiutano a scoprire più da vicino di cosa stiamo parlando, dandoci la possibilità di interagire apportando il nostro contributo. Una di queste piattaforme è la nota Produzioni dal Basso, che spesso finanzia progetti di alto valore sociale.
È il caso della cooperativa sociale “l’Uomo e il Legno” che si occupa da circa 20 anni della collocazione lavorativa dei detenuti, sostenendo laboratori sia entro le mura del carcere che fuori. Opera nel napoletano, muovendo le proprie redini in un tessuto sociale complesso e, proprio per questa ragione, valuta attentamente la capacità di un progetto di applicarsi correttamente ai destinatari. L’ultimo progetto della cooperativa è orientato – coerentemente con gli indizi del mercato attuale – verso l’agricoltura; si chiama “Campoaperto: lavoro e agricoltura biologica nel carcere di Secondigliano”.
All’interno del penitenziario esiste infatti un terreno agricolo di circa due ettari che sarà presto messo a disposizione dei lavoratori seguiti dagli operatori della cooperativa. Si tratta di un’attività regolarmente remunerata che ha il vantaggio di motivare la persona a rischio di emarginazione, prepararla a un futuro inserimento sociale sia in termini lavorativi che relazionali, e, perfino nel caso degli ergastolani, agire da stimolo vitale. Tutto questo valorizzando la cooperazione, la socializzazione e responsabilizzando ciascuno con compiti precisi.
Un progetto che è una buona prassi e vede la sinergia del Ministero di Grazia e Giustizia e della Direzione del Carcere, il patrocinio e la supervisione dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania e della consulenza degli agronomi della Regione e infine il contributo volontario e la dedizione dell’agronomo Domenico Rusciano e della sua azienda. E che chiede la partecipazione attiva dei cittadini attraverso una campagna di crowdfunding lanciata su Produzioni dal Basso, affinché ai detenuti sia garantita la possibilità di lavorare, là dove per lavoro s’intende non soltanto un diritto ma anche una forma di riscatto sociale.
Un altro progetto molto interessante, che vede anch’esso la possibilità di partecipare attraverso Produzioni dal Basso, è “Laboratorio nuvole: un progetto di laboratorio cinematografico presso la Casa Circondariale di Capanne, Perugia”.
Qui è il cinema a rappresentare il collante sociale tra i detenuti. E’ stato ideato il “Laboratorio Nuvole” a questo scopo dal regista Giovanni Cioni e dal cinema Postmodernissimo, grazie all’Associazione Itinerari, a PerSo Film Festival e a Git di Banca Etica.
L’intenzione è quella di rivisitare l’opera di Pier Paolo Pasolini “Che cosa sono le nuvole?” interamente ripensata, riscritta e recitata dai detenuti. Il cinema ha in sé un potenziale terapeutico immenso, perché consente di mettere in scena drammi, situazioni, emozioni, legati al passato così come anche alla quotidianità e affrontarli, collocarli al posto giusto, superarli.
Ogni laboratorio attivato è fondamentalmente una possibilità, un percorso attraverso cui procedere a uno scambio di idee, opinioni, valorizzando la comunicazione, la condivisione dell’esperienza. Aspetti, questi, di fondamentale importanza tanto dentro quanto fuori le mura del carcere. E alla fine il giusto riconoscimento, l’applauso del pubblico, che aiuta certamente nell’acquisizione delle proprie consapevolezze. Chiaro come lo scopo del laboratorio non sia divenire una fucina di grandi attori (ma non si sa mai), quanto piuttosto liberare l’immaginazione, depotenziare le emozioni negative, incoraggiare a parlare di sé, mettersi in gioco insomma.
Un progetto che ben si sposa con le intenzioni dell’Associazione Itinerari, nata per rappresentare un punto di riferimento politico e culturale nel capoluogo umbro e che ha tra i suoi valori quelli della giustizia, della solidarietà sociale, della difesa dei diritti umani, civili e di cittadinanza. L’Associazione agisce ispirandosi ai valori della nostra Costituzione, convinta com’è che i suoi principi vadano difesi.
Allo stesso modo, il Perugia Social Film Festival si inserisce nell’iniziativa con lo scopo di raccontare il “sociale” come tutto ciò che riguarda la dimensione umana, la vita come la si vorrebbe e come la si è vissuta, i sentimenti che l’hanno accompagnata, i conflitti che sono stati alla base delle scelte e via dicendo.
E infine la partecipazione del cinema PostModernissimo, simbolo di qualità, che si trova nel cuore di Perugia e che avrà l’onore di ospitare persone, vissuti, storie ed emozioni.