Resistente ai terremoti ed ecosostenibile: il calcestruzzo messo a punto dai ricercatori dell’Università canadese della Columbia Britannica non è solo un esperimento, ma un prodotto ormai pronto per la commercializzazione, e sarà impiegato per la prima volta a breve nell’intervento di adeguamento antisismico di una scuola elementare a Vancouver e di una in India settentrionale.
Il nuovo materiale, battezzato EDCC, sigla che sta per “composto cementizio duttile ed ecologico”, promette di migliorare la resistenza sismica degli edifici, aumentando la resilienza delle strutture alle scosse di terremoto. Messo a punto dagli ingegneri Nemy Banthia e Salman Soleimani-Dashtaki, si tratta di un cemento rinforzato capace di essere solido, malleabile e duttile pur senza l’aggiunta di acciaio, materiale che unito al calcestruzzo permette di ottenere quella resistenza alla trazione di cui la tradizionale miscela cementizia è carente.
Il segreto di EDCC sembra risiedere nella sua composizione molecolare, che combina il cemento con fibre a base di polimeri, ceneri volanti (un sottoprodotto industriale che si ottiene dalla combustione di carbone) e altri additivi industriali, e che lo rende non soltanto più performante, ma anche ecosostenibile.
«L’industria del cemento produce quasi il 7 per cento delle emissioni globali di gas a effetto serra», spiega Banthia. «Sostituendo quasi il 70 per cento del cemento con le ceneri volanti, possiamo ridurre la quantità del cemento stesso utilizzato. Questo è un requisito molto importante poiché una tonnellata di materiale rilascia nell’atmosfera un peso quasi uguale di CO2».
Il materiale può essere utilizzato come rivestimento speciale per le pareti: molto semplice da applicare, viene spruzzato sulle superfici esterne e basta uno strato sottile di 10 mm per riuscire a rinforzare una parete in modo consistente. I suoi utilizzi, però, potrebbero essere svariati e interessare anche la costruzione di condutture, pavimentazioni industriali e marciapiedi, strutture resistenti alle esplosioni e molto altro.
EDCC ha già superato numerosi test sismici in laboratorio, ottenendo risultati soddisfacenti anche su alte scale di magnitudo: dopo aver spruzzato il prodotto su alcune pareti in calcestruzzo, i ricercatori hanno simulato una scossa di magnitudo 9.0-9.1, la stessa che nel 2011 colpì la regione giapponese del Tohoku causando il disastro di Fukushima. «I risultati di questi test sono stati sorprendenti», ha affermato Soleimani-Dashtaki. «Non siamo riusciti a danneggiarle». Ha, quindi, preso il via la fase di test sul campo con alcune realtà dell’edilizia, non tanto per valutarne l’efficacia quanto per capire gli eventuali problemi di posa in opera che EDCC potrebbe soffrire e la durata nel tempo alle intemperie.
La nuova tipologia di calcestruzzo, che è già stata aggiunta come opzione di retrofit nel programma di ristrutturazione antisismica della provincia Columbia Britannica, rappresenta senz’altro una frontiera tecnologica alla quale guardare con interesse anche dal nostro Paese, dato il gran numero di interventi di miglioramento o adeguamento sismico effettuati ogni anno sul patrimonio strutturale italiano. «Questa tecnologia può avere un impatto di vasta portata e salvare vite in tutto il mondo», ha affermato il ministro canadese per l’Istruzione, le competenze e la formazione avanzata Melanie Mark.
di Federica Drago