«È bello che ti piacciano i libri. Ogni sera puoi prendere un libro da leggere a casa, a patto che tu me lo riporti non rovinato, così che io lo possa ancora vendere». Il bambino a cui il libraio rivolse questa frase, ormai cresciuto, è adesso il vice rettore dell’Università di Iqra, a Islamabad, la capitale del Pakistan, e afferma rivolto al figlio del libraio: «Tutto quello che sono diventato lo devo a tuo padre».
Non è una fiaba dalle tinte rosa inventata per stupire, è quanto realmente accaduto a Islamabad, quando Saeed Jan Qureshi, da sempre un gran lettore, decise di aprire una libreria, la Saeed Book Bank, specializzata in libri e riviste in inglese, lingua molto ben conosciuta dagli abitanti della capitale.
Molti fra i clienti erano bambini che, attratti dal mondo delle parole e però poveri, almeno tanto poveri da non poter acquistare un libro, cercavano di rubarlo sotto gli occhi indulgenti di Saeed Jan Quareshi. Il libraio, però, aveva una filosofia per così dire innovativa, lungimirante, perché pensava che un libro rubato fosse una qualche forma di investimento che avrebbe riscosso successivamente, quando quel bambino sarebbe cresciuto e diventato un lettore.
Non si sbagliava: nel corso degli anni la sua libreria è diventata un vero e proprio punto di riferimento per la grande offerta di libri e la varietà di argomenti trattati, tanto da dover via via aumentare le dimensioni del punto vendita fino agli attuali cinque piani in cui lavorano oltre 90 dipendenti.
Purtroppo il signor Saeed Jan Quareshi è venuto a mancare durante il settembre dello scorso anno ma ha lasciato la sua libreria in ottime mani: è infatti ora suo figlio Ahmad Saeed ad aver preso il suo posto.
Lo stesso che, dopo la morte del padre, ha raccontato con stupore della fila dei creditori antichi venuti oggi a saldare un vecchio debito di riconoscenza, attraverso del denaro ma, anche e soprattutto, con ciò che i soldi non potranno mai comprare: la gratitudine.