Dalle auto agli orti urbani: la svolta di Detroit

Negli ultimi dieci anni la città di Detroit è diventata un esempio imitato in tutti gli Stati Uniti per la diffusione degli orti urbani. Dal 2000 il numero di appezzamenti coltivati all’interno della cintura metropolitana è salito da meno di 100 a più di 1.400, facendo dell’ex capitale dell’automobile un modello di successo approvato dalla Environmental Protection Agency, l’ente per la protezione dell’ambiente negli Usa.

Come molte altre città americane, anche Detroit, capitale dell’industria automobilistica statunitense, è stata violentemente colpita dalla crisi economica, che ha portato, tra i vari effetti collaterali, il crollo del mercato automobilistico. Le tre big della zona General Motors, Ford e Chrysler, hanno licenziato migliaia di dipendenti, ridotto la produzione e abbandonato 60 chilometri di terreni. Da qui la soluzione del sindaco di Detroit, Hazen Pingree, di varare un piano innovativo di sviluppo urbano: invitare i suoi concittadini a coltivare frutta e verdura su tutti i suoli messi a disposizione dall’amministrazione comunale e offrire a tutti i cittadini interessati una “guida alla lavorazione dei terreni”, ossia un programma che insegna le tecniche per trasformare gli spazi liberi in orti coltivati, e anche come risparmiare acqua per le coltivazioni. Così grazie a questa efficace politica locale Detroit è riuscita a cambiare volto.

Attualmente negli orti comunali della città americana si producono 200 tonnellate di frutta e verdura fresca ogni anno e anche il regime alimentare dei residenti coltivatori è cambiato: essi mangiano 2,5 porzioni al giorno in più di frutta e verdura rispetto ai vicini di casa, e si avvicinano ai canoni della dieta mediterranea. I lotti di terreni disponibili per l’agricoltura urbana diventeranno presto pari a una superficie di 80 chilometri quadrati, un quinto dell’intero territorio comunale. 

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Veronica de Meo