L’industria del riciclo si conferma il vero pilastro dell’economia circolare: più di 15 milioni di tonnellate di carta, vetro, plastica, legno e organico vengono trasformate in 10,6 milioni di tonnellate di ‘nuove’ materie prime.
A rilevarlo sono i dati presenti nel Rapporto “L’Italia del Riciclo 2016” realizzato da FISE UNIRE, l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti, e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Come ha affermato il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi: «L’uso efficiente dell’energia e dei materiali sono ormai indispensabili fattori non solo di qualità ambientale, ma di competitività economica e occorre quindi produrre sempre meno scarti e meno rifiuti e riciclare il massimo possibile».
Nel dettaglio, la relazione evidenzia come sia aumentato il recupero di imballaggi (più 5%; 8,2 milioni di tonnellate, erano 7,8 nel 2014) e il flusso di materie prime seconde, oltre al consolidamento delle filiere del recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche (che supera l’obiettivo dei 4 kg ad abitante l’anno, e intercetta il 41% dell’immesso al consumo), e della frazione organica (più 5%). Ma segnali positivi si riscontrano in tutte le filiere poiché mostrano tutte indici in salita tranne l’alluminio che vede ridurre le tonnellate avviate a riciclo (meno 1%) e la percentuale di riciclo sull’immesso a consumo (meno 4%).
E’ possibile notare infatti percentuali di eccellenza per il tasso di riciclo di carta (80%), acciaio (73,4%), vetro (71%) e alluminio (70%) e si osservano percentuali di incremento più elevate per quanto riguarda i quantitativi avviati a recupero di plastica (più 10%) e legno (più 5%). Bene anche per quanto riguarda il riciclo di pneumatici fuori uso. Il tasso di reimpiego e riciclo di veicoli fuori uso raggiunge l’83% del peso medio.