L’estate sta per finire ed è già iniziata la corsa delle famiglie all’acquisto di libri, zaini, quaderni e grembiuli. Così come è iniziata la ricerca del lavoro degli appartamenti per gli studenti fuori sede che, freschi di maturità, sono pronti ad affrontare nuove sfide. Ma chi sono questi futuri universitari o lavoratori e come se la sono cavata con gli esami di Stato, quelli che non si dimenticano mai? Il ministero dell’Istruzione ha pubblicato nel corso dell’estate i dati di scrutini ed esami di Maturità dell’anno scolastico concluso. È stata subito evidente una profonda spaccatura, in termini di voti, tra Nord e Sud ma questa volta non siamo qui a raccontarvi la solita storia di un Meridione desolato che arranca. Tutt’altro.
È la Puglia a mettere a tacere pregiudizi e stereotipi divenendo la patria dei “cervelloni”, con un numero di studenti modello, in proporzione, tre volte superiore a quello della Lombardia. Bari, e in generale tutte le province pugliesi, hanno sbaragliato la concorrenza al punto tale che verrebbe voglia di affidare a questi ragazzi uno qualsiasi dei tanti problemi che affliggono l’Italia, essendo abbastanza certi che sarebbero poi capaci di risolverlo nel tempo di qualche amen.
In effetti i pugliesi vantano una media voti alta di tutto rispetto, il 2,6%, il che significa una percentuale doppia rispetto all’andamento nazionale che è meno della metà, l’1,2%.
Non si comprende bene cosa sia capitato ai buoni cervelli del Nord ma i dati ministeriali li collocano in discesa; naturalmente non ci fa piacere ma sentiamo doveroso restaurare l’immagine, nel tempo divenuta un cliché, dello studente meridionale svogliato e pigro “che non si applica abbastanza”.
Il tacco d’Italia deve aver recepito questo cumulo di vecchiume e dicerie e ha reagito, numeri alla mano, con un significativo numero di persone che si sono aggiudicate anche la lode, dando una grossa mano anche a far salire la media nazionale.
La quantità di studenti non ammessi agli esami rispetto allo scorso anno risulta pressoché immutata e conferma la volontà delle commissioni a promuovere i ragazzi una volta giunti all’agognato traguardo della maturità. Solo lo 0,5%, infatti, dovrà ripetere l’anno. Ah, tanto per chiarire, il numero dei ragazzi bocciati si spartisce perfettamente tra Nord e Sud.
Le votazioni più alte riguardanti la Maturità però hanno riguardato perlopiù i liceali – in modo particolare i ragazzi del Classico e dello Scientifico – mentre è cresciuta la quota dei rimandati (22,7%) e lievemente diminuita quella dei bocciati.
Casi, questi, che si sono verificati soprattutto negli istituti professionali e tecnici. Tuttavia, date le sorprese riservate dai dati ministeriali, invitiamo alla cautela perché potrebbe benissimo succedere, tra qualche anno, che i liceali stenteranno mentre gli studenti delle altre scuole spiccheranno il volo. C’è da essere ottimisti. I cambiamenti e i vari decadimenti dei vetusti pregiudizi sembrano passare per la scuola, o, meglio, per come i ragazzi vivono la scuola.