La tecnologia, si sa, aiuta, quando è bene indirizzata, a migliorare la qualità della vita umana. Quando poi si mette al servizio della cultura, si possono ottenere grandiosi vantaggi. Lo dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’ultimissima novità in campo archeologico: l’intelligenza artificiale arriverà presto a decifrare i geroglifici.
A lavorare affinché tutto ciò sia possibile è il team di ricercatori dell’Hieroglyphics Initiative che, potendo contare sulla collaborazione di un’azienda di videogiochi, con Google e alcuni egittologi della Sorbona, basa il lavoro sul potenziamento delle tecniche di apprendimento automatico. L’idea è quella di raccogliere un repertorio di immagini di geroglifici in modo da ottenere un’enorme banca dati che consenta di velocizzare e semplificare il lavoro degli egittologi; quest’ultimi, infatti, attualmente adottano un procedimento molto lungo e di tipo manuale rimasto invariato da oltre 200 anni.
Permangono oggettive difficoltà nel realizzare un simile archivio dovute, in parte, alla complessità nell’estrarre il materiale figurativo, la cui leggibilità è spesso intaccata da lacune, e all’interpretazione corretta del loro ordine. I geroglifici, infatti, possono essere letti da sinistra a destra, da destra a sinistra e, anche, dall’alto verso il basso.
Determinante, dunque, diviene la collaborazione di tutti gli studiosi del settore: occorre infatti che vengano condivisi i materiali di partenza e le traduzioni esistenti da inserire nel database. All’intelligenza artificiale, invece, spetterà l’arduo compito di imparare a riconoscere le immagini e, con l’aiuto degli esperti, decifrarle per svelare quello che a oggi è uno dei misteri più suggestivi dell’antichità.