Come sappiamo, non esiste una cura risolutiva per le demenze benché sul piano della ricerca molti progressi sono stati fatti e certamente altri ce ne saranno. In attesa di ricevere ulteriori riscontri dalla scienza, però, è altrettanto fondamentale il ruolo che può svolgere la prevenzione e, già a partire dalla più tenera infanzia, è possibile fare molto.
Una commissione internazionale composta da esperti attentamente selezionati dalla rivista scientifica britannica Lancet, ha identificato nove importanti fattori di prevenzione che, insieme, sarebbero in grado di prevenire la malattia in oltre un caso su tre attraverso il cambiamento degli stili di vita, a partire dall’infanzia. Si tratta di un rapporto che, oltre ad essere pubblicato sulla succitata rivista, è stato poi anche presentato alla conferenza della Alzheimer’s Association International di Londra che ha a sua volta rinnovato l’impegno di implementare nei prossimi anni metodologie ed esami diagnostici per battere sul tempo l’insorgere della malattia.
Ne deriva che, già da bambini, è fondamentale poter godere di un buon livello di istruzione, permettendo alla mente di lavorare in quante più direzioni possibili. L’alimentazione è cruciale, quindi sì a cibi sani e che ostacolino l’insorgere dell’obesità e del diabete senza i quali i casi si potrebbero ridurre ulteriormente.
L’attività fisica resta una buona norma imprescindibile per combattere tutti i fattori di rischio, aiuta corpo e mente a raggiungere una certa armonia e comunque a contrastare i problemi cui abbiamo accennato sopra. Ovviamente, il fumo non è una buona scelta in nessun caso, men che meno per prevenire le demenze. Un’altra lotta importante va ingaggiata contro la depressione, malattia ancora troppo sottostimata, capace di impattare pesantemente sulla salute. Va diagnosticata e curata per tempo, affidandosi alle cure degli specialisti.
Sono molto importanti i contatti sociali, l’isolamento non è mai una buona regola, mentre la partecipazione attiva alla vita della propria comunità e, in ogni caso, i legami relazionali sono un toccasana in quanto spingono a interagire con il mondo esterno, ad esprimersi e ad ascoltare. Quello che troppo spesso si trascura è l’importanza dell’udito, soprattutto quando, in età avanzata viene meno. Non avere la libertà di partecipare ai discorsi perché non si sta comprendendo il contenuto di un messaggio, oltre ad essere profondamente frustrante, è deleterio per il sistema nervoso che non subisce gli adeguati stimoli e può ridurre l’individuo a isolarsi sempre più.
Oggi, a soffrire di demenza, sono circa 47 milioni di persone nel mondo, un numero che è purtroppo destinato a crescere nei prossimi decenni. Ma nel frattempo, come ricorda anche Lon Schneider della University of Southern California, membro della commissione, non bisogna dimenticare le conquiste alle quali i nuovi approcci, farmacologici e non, hanno portato. E insieme a questi, scegliere uno stile di vita sano che aiuti a prevenire le demenze.