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Diminuiscono i bambini obesi in Italia, ma non basta

Il dato rilevato dal sistema di sorveglianza Okkio alla Salute, promosso dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e presentato al convegno “Dieci anni di Okkio alla Salute, i risultati della quinta raccolta dati e le sfide future”, parla chiaro: in 10 anni in Italia sono diminuiti del 13% i bambini obesi o sovrappeso.

Nonostante il numero faccia pensare all’ottimismo, il nostro Paese rimane nella classifica dei peggiori Paesi d’Europa per obesità infantile, come dimostrano rilevazioni fatte dall’OMS.

Fa notare il presidente dell’ Iss Walter Ricciardi: «L’obesità è diventata uno dei maggiori problemi di sanità pubblica in Italia. Nonostante il miglioramento registrato, restano forti differenze geografiche tra Nord e Sud, a discapito di quest’ultimo. La diminuzione del tasso di obesità nei bambini è un segno che le politiche sanitarie messe in atto cominciano a dare i primi risultati e che dobbiamo concentrare gli sforzi in questa direzione. Tuttavia – prosegue – resta molto da fare, soprattutto nella promozione della consapevolezza sui corretti stili di vita. I genitori devono fare la loro parte: i dati ci dicono che circa il 40% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene che il peso del proprio figlio sia nella norma».

In particolare il rapporto indica come in bambini tra i 6 e i 10 anni, la percentuale di obesità sia scesa dal 12% di circa dieci anni fa al 9,3% attuale, mentre la percentuale di sovrappeso è scesa dal 23,8% al 21,3% attuale.

Risultano purtroppo ancora troppo diffuse abitudini alimentari sbagliate: l’8% dei bambini addirittura salta la prima colazione e il 33% la fa in modo inadeguato. A metà mattina la merenda è invece troppo abbondante per il 53% dei piccoli. Tristemente risulta che oltre un terzo dei bambini – il 36%- consuma quotidianamente bibite gassate e/o zuccherate.

La tendenza negativa si somma anche alla sedentarietà, caratteristica tipica dei bambini obesi: soltanto uno su quattro va a scuola a piedi o in bicicletta, sempre uno su quattro compie giochi di movimento una volta a settimana e uno su tre compie attività fisica strutturata – sportiva –  sempre una volta a settimana.

Finiti i giochi in cortile, le corse scatenate, le gare a bandiera. Sostituiti da tv, computer, tablet e cellulari. Forse è il caso di ripensare a tutto questo, per la salute dei nostri figli.

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Redazione