Allarme morbillo in Italia dove nell’ultimo anno i casi registrati sono aumentati del 230%.
A fornire i preoccupanti dati sono il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore della Sanità che invitano la popolazione a non sottovalutare l’importanza del vaccino, pena uno spaventoso ritorno al passato che rischia di mettere seriamente a rischio la salute di migliaia di persone, soprattutto bambini.
Analizzando i numeri, si nota infatti come dal mese di gennaio 2017 si sia registrato un preoccupante aumento dei casi, che sono più che triplicati: a fronte degli 844 casi di morbillo segnalati nel 2016, dall’inizio dell’anno sono già stati registrati più di 700 casi, con un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui si erano verificati 220 casi, di oltre il 230%. La maggior parte dei casi sono stati segnalati in quattro regioni (Lazio, Lombardia, Toscana e Piemonte) e più della metà delle persone colpite rientra nella fascia di età 15-39 anni.
Ma come mai il morbillo è tornato a far paura? All’origine del contagio della malattia, che è tutt’altro che debellata ma che finora è stata tenuta sotto controllo proprio grazie ai vaccini, è la crescita esponenziale del numero dei genitori che rifiutano la vaccinazione, consigliata ma non obbligatoria, esponendo i propri figli e quelli degli altri al rischio di contrarre il morbillo e non solo. Abbassare la guardia sui vaccini può, infatti, determinare la pericolosa ricomparsa di malattie come la poliomelite e la difterite che ancora oggi uccidono moltissime persone in diverse parti del mondo.
Anche se il morbillo non è una malattia che generalmente porta con sé sintomi particolarmente gravi, infatti, in alcuni casi può diventare addirittura mortale (tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite), oltre a mettere a rischio il nascituro nel caso di contagio di una donna incinta.
«Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005», sottolinea il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, «e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi è stata dell’85,3% (con il valore più basso pari al 68% registrato nella provincia di Bolzano e quello più alto in Lombardia con il 92,3%), ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione. E’ ora indispensabile intervenire rapidamente con un impegno e una maggiore responsabilità a tutti i livelli, da parte di tutte le istituzioni e degli operatori sanitari, per rendere questa vaccinazione fruibile, aumentandone l’accettazione e la richiesta da parte della popolazione».
Ecco i principali sintomi del morbillo.
I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni, l’esantema scompare a cominciare dal collo. A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno. Quanto al periodo di incubazione, è di circa 10 giorni: inizia all’entrata del virus nell’organismo e finisce all’insorgenza della febbre. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea, ed è massima tre giorni prima, quando si ha la febbre.