Sarà che i tempi sono cambiati, sarà che – per fortuna – le donne oggi sono sempre più emancipate e ambiziose o sarà che ormai uno stipendio solo in famiglia non basta più: sta di fatto che in Italia ormai le donne sembrano non voler più fare le casalinghe.
A rivelarlo è l’ultimo rapporto pubblicato dall’Istat dal titolo “Le casalinghe in Italia” che mette in luce come negli ultimi dieci anni il nostro Paese abbia detto addio a circa mezzo milione di donne che lavorano in casa. Se nel 2016 in Italia si contano 7 milioni e 338 mila donne casalinghe, due lustri fa l’esercito delle “massaie”, come le avrebbe definite Mike Bongiorno, potava contare su 518 mila presenze in più.
Ma qual è l’identikit della casalinga di oggi?
L’età media delle donne che hanno rinunciato al lavoro fuori casa, o che non lo hanno proprio mai preso in considerazione, è di 60 anni, mentre le over 65 superano i 3 milioni (40,9%). Quanto alle più giovani, fino a 34 anni, sono meno di una su dieci, l’8,5%. Le casalinghe si incontrano maggiormente al Centro-Sud (63,8%) e anche se ufficialmente appaiono disoccupate, in realtà il loro carico di lavoro è davvero ingente. Stando al rapporto, infatti, tra cura della casa, del marito e dei figli, le casalinghe mediamente lavorano 49 ore a settimana, in media 2.539 ore l’anno, senza giorni di ferie o malattie. Per fortuna a dare una mano con le faccende domestiche oggi sono anche gli uomini, mariti o figli, che hanno imparato a cucinare, a occuparsi della spesa e delle pulizie e soprattutto che si dimostrano bravissimi nel prendersi cura dei bambini, mentre appaiono ancora molto scettici con panni da lavare o stirare.
A fare la differenza, oggi molto più che in passato, è il livello d’istruzione delle donne che appaiono sempre più acculturate, ambiziose e focalizzate verso il lavoro. Nel rapporto, infatti, si evidenzia che il 74,5% di chi sta a casa possiede al massimo la licenza di scuola media inferiore. Nel 2012 solo l’8,8% ha frequentato corsi di formazione, quota che sale di poco tra le giovani di 18-34 anni (12,9%). Il 42,1% delle casalinghe vive in una coppia con figli, un quarto in coppia senza figli e il 19,8% da sola. E sono molte, 560mila le casalinghe con cittadinanza straniera.
Essere casalinga, poi, non sempre è una scelta, ma a volte un vero e proprio ripiego, soprattutto tra le fasce più giovani, Il motivo principale per il quale le più giovani (15-34 anni) non cercano un lavoro retribuito è per motivi familiari: nel 73% dei casi. Ma ci sono anche 600mila casalinghe che ormai sono scoraggiate e pensano di non poter più trovare un lavoro fuori di casa.
Il tasto più dolente quando si parla di casalinghe, tuttavia, è la loro condizione economica che è sicuramente – e comprensibilmente – peggiore di quella delle donne che lavorano. Nel 2015 sono più di 700mila le casalinghe in povertà assoluta, il 9,3% del totale e, più in generale, quasi la metà delle intervistate (47,4%) dichiara che le risorse economiche della famiglia sono scarse o insufficienti, livello che scende al 30,8% (che è comunque molto alto) tra le lavoratrici. Altro dato deprimente ma abbastanza scontato è poi che le donne che lavorano a casa sono più dipendenti dai mariti. Solo il 37,7% delle casalinghe possiede il bancomat e/o la carta di credito. Una situazione che migliora per le casalinghe laureate (75%), per quelle che risiedono al Nord (52,3%) e per la fascia di età da 45 a 54 anni (46,5%).