Quando utilizziamo le toilette pubbliche siamo abituati a trovare i classici omini stilizzati che indicano la porta giusta in base al genere di appartenenza. Quello riservato alle persone disabili raffigura un uomo seduto sulla carrozzina. Ma non tutte le disabilità sono così evidenti, alcune di loro sono “invisibili”. Posso non dover servirmi di stampelle o ausili per la deambulazione e tuttavia essere disabile, ragion per cui mi recherò nel bagno preposto. Con il rischio, però, di essere contestato o contestata da chi non sa che la mia disabilità non è evidente agli occhi.
Dalla sensibilità di una bambina di appena 10 anni è nato un cartello del tutto nuovo che in effetti ci richiama a un modo più corretto di fornire indicazioni e a una maggiore sensibilità. Lei si chiama Grace Warnock e soffre del morbo di Crohn, una malattia infiammatoria che riguarda l’intestino e costringe chi ne soffre a recarsi di sovente in bagno. Stufa dei continui richiami da parte degli altri, la piccola scozzese ha disegnato il proprio logo che possiamo vedere nella foto di copertina. Così insieme all’uomo e alla donna stilizzata con al centro del petto un cuore, vediamo tra loro una persona in carrozzina. Creata la figura, è partita una campagna di sensibilizzazione online attraverso la pagina Facebook “Grace’s Sign”.
Questa la speranza cui la ragazzina aveva dato voce: «Vedere il suo disegno su tutti i servizi igienici accessibili della Scozia e del Regno Unito e, se possibile, in tutto il mondo. Mettere in condizione i portatori di disabilità invisibile di utilizzare i servizi igienici accessibili senza timore di commenti da parte di altri». La campagna ha avuto un gran successo, al punto che il Parlamento scozzese ha riconosciuto quanto messo in evidenza da Grace Warnock e annunciato che il nuovo simbolo verrà adottato da tutti i servizi igienici pubblici della Scozia.
La parlamentare Ian Gray, ha infatti dichiarato: «È un messaggio importante per tutta la Scozia per dire che i servizi igienici dedicati alle persone con disabilità sono aperti a tutti, indipendentemente che la disabilità sia visibile o meno».