La sicurezza sui luoghi di lavoro costituisce, certamente, uno degli aspetti più rilevanti della responsabilità sociale delle imprese. I recenti incidenti in diversi cantieri testimoniano come su questa materia si sia accumulato molto ritardo.
Tuttavia c’è una buona notizia che merita di essere evidenziata. Martedì scorso è stato presentato il Testo Unico per il riordino, il coordinamento e l’integrazione di tutta la normativa in materia di amianto. Frutto dell’approfondimento della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali, il disegno di legge a prima firma Camilla Fabbri (A.S. 2602) è stato illustrato nel corso della II Assemblea annuale sull’amianto a Palazzo Giustiniani, a Roma.
Nell’occasione il presidente del Senato Pietro Grasso ha affermato: “Sebbene sia sicuramente più alta l’attenzione pubblica e la consapevolezza collettiva dei devastanti effetti dati dall’esposizione all’amianto sulla salute, sono ancora molti i cittadini che vivono, lavorano, frequentano edifici o strutture nelle quali è presente questa letale sostanza. Oggi, finalmente, siamo in grado di proporre una revisione normativa complessiva in grado di affrontare tutte le sfaccettature – dalla tutela dell’ambiente alla sicurezza sul lavoro, dalle misure di prevenzione e protezione a quelle previdenziali – di una vera e propria emergenza nazionale. Finalmente le istituzioni stanno tentando di colmare questo gravissimo ritardo”.
La presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta e prima firmataria del ddl Camilla Fabbri ha chiarito le principali novità introdotte dalla proposta di Testo Unico: “Obbligo di denuncia e di bonifica, esteso a tutti gli edifici, compresi quelli privati, per poter garantire una mappatura affidabile da parte di Regioni e Asl e l’obbligo di trasmissione da parte del medico e dell’Asl ai Centri operativi regionali (Cor) delle informazioni relative ai pazienti, in caso di accertamento della malattia, ai fini dell’inserimento nel registro tumori presso l’Inail (ReNaM)”. L’obiettivo consiste nel “mappare tutto l’amianto e censire le patologie, senza più discrepanze regionali. Ci sono poi le misure per la riconversione delle aree industriali dismesse, perché l’amianto sia anche una occasione di sviluppo, e l’istituzione dell’Agenzia Nazionale Amianto. Sul piano processuale, abbiamo previsto il raddoppio dei termini delle indagini preliminari e della prescrizione e il patrocinio a spese dello Stato per le vittime dell’amianto e i familiari, perché sia garantita giustizia”.
È intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti sottolineando come ci siano siti contaminati con l’amianto in tutta Italia da restituire alla fruizione delle comunità locali. “Noi sui siti contaminati d’amianto abbiamo investito 225 milioni di euro. Bisogna avere un piano in cui collaborino pubblico e privato. Abbiamo individuato e mappato 55.000 siti da bonificare 10.000 solo nell’ultimo anno, dobbiamo andare avanti con la mappatura. Abbiamo un Fondo progettazione istituito dal Collegato ambientale e un Credito d’imposta da 17 milioni per i privati che vogliono rimuovere amianto da edifici industriali. Buon risultato: hanno partecipato circa 600 aziende. Credo si possa rendere strutturale nel tempo questo tipo di intervento, come l’ecobonus. Dobbiamo lavorare per intervenire nella prossima legge di bilancio 2018 con una norma in questo senso”.
Il Testo Unico è strutturato di 128 articoli suddivisi in 8 titoli.
Disposizioni generali. Campo di applicazione: tutte le strutture edilizie, pubbliche e private; siti industriali dismessi; mezzi di trasporto; macchinari. Tutela dell’ambiente. Il proprietario dell’edificio o dei beni, ovvero l’amministratore condominiale viene individuato come soggetto titolare degli obblighi funzionali alla bonifica. L’obbligo a bonificare riguarda sia l’ambiente di vita sia il luogo di lavoro. Obbligo di valutazione del rischio e di denuncia degli edifici o dei beni che possono emanare fibre di amianto attraverso una mappatura di Regioni e Asl, che devono formulare il piano regionale amianto. Tutela della sicurezza del lavoro. Obbligo del datore di lavoro di farsi carico sia dei dipendenti sia della collettività, tenendo conto del “rischio indiretto” e dell’eventuale rischio provocato all’ambiente esterno. Tutela della salute collettiva. Obbligo per il medico e per la Asl di trasmettere ai Centri operativi regionali (Cor) le informazioni acquisite in caso di accertamento di patologie per l’inserimento nel registro tumori presso l’Inail (ReNaM). Reato di omissione di referto per il medico che non segnala e di omissione di atti di ufficio per il Cor che non registra. Misure previdenziali. Obbligo per l’Inail di computare anche permessi, festività, ferie, periodi di sospensione per malattia o infortunio o collocamento in cassa integrazione ai fini dell’ottenimento del beneficio pensionistico previsto per i lavoratori esposti all’amianto per un periodo non inferiore a 10 anni.
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