Ha aperto i battenti questa settimana, in via Giolitti 36, presso il Mercato Centrale a Roma, Dress for success Rome, la prima filiale italiana dell’associazione no profit americana che ha come scopo principale il sostegno delle donne disoccupate da più di quattro mesi e che sono in cerca di lavoro.
L’evento si è aperto con l’illustrazione delle attività promosse dalla filiale e delle modalità con le quali anche associazioni private, scuole, università, aziende e centri d’impiego possano aiutare la “Dress for success Rome” ad avere una condivisione sempre maggiore.
Tale iniziativa fu ideata per la prima volta nel 1996 dalla studentessa Nancy Lublin, che pensò fosse utile creare un’organizzazione che andasse in aiuto delle donne in cerca di lavoro, procurando loro degli abiti adatti per il colloquio e per la prima settimana lavorativa. I capi di abbigliamento vengono messi a disposizione da privati o da aziende di moda che intendono sponsorizzare l’iniziativa e sono tutti in buono stato, proprio per garantire la riuscita del progetto.
Nel caso di Roma, inoltre, la “Dress for success Rome” è in un rapporto di collaborazione con il Movimento di volontariato italiano della regione Lazio (MoVi) e ciò ha permesso l’offerta di interessanti programmi di mentoring, seminari per la crescita professionale e supporto nella ricerca dell’impiego.
Storicamente “Dress for success” nacque a favore dell’emancipazione femminile ed aveva, dunque, uno stampo femminista importante che difendeva i diritti delle donne e la parità dei sessi. Fu il Bronx, in particolare, ad essere la fonte d’ispirazione per il tale progetto, visto che nella città newyorkese le donne vivevano in condizioni precarie e a dir poco disagiate.
Attualmente “Dress for success” conta più di 150 sedi in circa 30 Paesi diversi. Ha sostenuto più di 55.000 donne in tutto il mondo ed è da poco arrivata anche in Italia, dove, si spera, possano essere raggiunti dei buoni risultati come nel resto dei Paesi che hanno adottato questa forma di inserimento delle donne nella società. Ciò di cui si va alla ricerca è il successo delle donne, oltre che alla loro emancipazione economica e questo obiettivo può essere raggiunto anche in Italia attraverso la massima solidarietà e tramite la sconfitta di ancestrali pregiudizi che, come barriere, non permettono il normale contatto che due mondi apparentemente diversi dovrebbero avere. Non è più il caso di negare alle donne la possibilità di lavorare e, viste le ultime notizie che provengono da Hollywood con gli scandali del cinema, sarebbe opportuno evitare simili atteggiamenti anche in altri tipi di sede lavorativa, come un’anagrafe comunale o presso qualsiasi altro tipo di ufficio.