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Echa: allarme sostanze pericolose nei giocattoli venduti nella UE

L’agenzia Echa (European chemical agency) ha diffuso un allarme sui giocattoli in vendita nell’Unione Europea, dal momento che il 20% contiene sostanze o materiali proibiti dalle regole UE.

L’Echa infatti ha stilato un rapporto spiegando di aver analizzato ben 5.600 articoli in vendita nei 28 Paesi membri e, pur non avendo esaminato solo prodotti destinati ai bambini, le analisi più preoccupanti sono risultate proprio quelle legate ai giocattoli.

Ricordiamo che l’organismo della UE, creato alla fine del 2006, è incaricato di monitorare il rispetto del regolamento Reach, la normativa comunitaria per la protezione della salute umana e dell’ambiente, rispetto ai rischi sull’uso di certe sostanze chimiche; deve però anche unire il sostegno alla competitività dell’industria di settore. Come dire: un colpo al cerchio e uno alla botte, cosa non facile a coniugarsi.

In ogni caso, l’Echa ha segnalato che in 1.202 casi sono state fatte analisi alla ricerca di ftalati, sostanze chimiche utilizzate per rendere più morbida la plastica: nel 20% dei giocattoli analizzati erano presenti queste sostanze. Una percentuale che la stessa agenzia ha giudicato sorprendente, poiché il suo utilizzo nei giocattoli è vietato ormai da parecchi anni.

Sono stati ricercati tre ftalati in particolare (le cui sigle sono Dehp, Dbp e Bbp) dal momento che sono considerati interferenti endocrini, vale a dire potenzialmente in grado di disturbare lo sviluppo neurologico e metabolico e in grado di interferire sulla fertilità. Tanto più se sono bambini quelli che vengono a contatto con questo materiale.

Ma, come dicevamo, non solo giocattoli: su 467 articoli in cuoio testati e usati abitualmente da molte persone, ben il 13.3% contiene cromo esavalente, sostanza altamente cancerogena.

Infine, il rapporto Echa indica che nel 40% dei casi le infrazioni sono state riscontrate in prodotti la cui origine non è verificabile, mentre nel 17% l’origine dei prodotti è la Cina.

 

Published by
Patrizia Abello