Gli scarti alimentari non sono rifiuti da smaltire, ma risorse dalle quali è possibile ricavare nuova ricchezza e in qualche caso addirittura nuova energia. Così un team di scienziati statunitensi della South Dakota School of Mines & Technology (SD Mines) ha avuto la singolare idea di utilizzare gli scarti dei pomodori per generare energia alternativa.
Vediamo più da vicino il frutto di questo lavoro. Il gruppo di ricercatori ha sviluppato una cella elettrochimica microbica capace di sfruttare appunto gli scarti vegetali per generare corrente elettrica. Questa tecnologia utilizza i batteri per smaltire e ossidare il materiale organico. Il processo di ossidazione, innescato dai microorganismi rilascia elettroni che sono catturati nella cella a combustibile producendo così energia elettrica. Il lavoro di ricerca ha mostrato che il pigmento naturale nei pomodori, denominato licopene, funge da ottimo mediatore nel favorire la produzione di cariche elettriche.
Come spiega l’autrice del progetto, Namita Shrestha: «Abbiamo scoperto che i pomodori viziati e danneggiati scartati dalla raccolta possono essere una fonte di energia particolarmente potente quando vengono utilizzati in una cella elettrochimica biologica o microbica. Il processo aiuta anche a purificare i rifiuti solidi dei pomodori contaminati e delle acque di scarico associate».
Tale scoperta permetterebbe, dunque, non soltanto di ridurre le emissioni inquinanti, ma anche i costi delle bollette energetiche.
I sorprendenti risultati della ricerca sono stati presentati l’altro ieri al 251° National Meeting & Exposition della American Chemical Society (ACS).