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Energia per restare, in Senegal il futuro è nelle mani delle donne

Più volte abbiamo parlato del drammatico fenomeno della siccità che sta sconvolgendo interi Paesi africani. Una realtà di cui ultimamente però si parla meno è quella relativa al Senegal e che riguarda, più precisamente, i villaggi della regione di Matam. Qui, dopo il passaggio di El Nino, lo scorso anno, le condizioni di vita della popolazione sono drasticamente peggiorate, molti uomini hanno abbandonato i loro villaggi in cerca di luoghi dove cercare maggiore fortuna. In un contesto ambientale in cui mancano acqua e cibo, a tenere duro sono rimaste le donne e i bambini ma la buona notizia è che da diverso tempo Green Cross Italia, la sezione italiana di Green Cross International, Ong ambientalista fondata da Mikhail Gorbaciov, ha portato in queste zone desolate il progetto “Energia per restare”.

Lo scopo è quello di generare nuove opportunità di vita e di lavoro proprio per le donne e i giovani, così da provare a frenare i flussi migratori irregolari. Si tratta di un progetto finanziato dall‘Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo in sinergia con Enea, Fafd e Cultivert.

All’atto pratico, il progetto consiste nell’installazione di sistemi di pompaggio dell’acqua, alimentati da pannelli fotovoltaici che faranno risparmiare più di 2.700 litri di gasolio all’anno. Prevista anche la distribuzione di sementi per la coltivazione da attuarsi seguendo le moderne tecniche agricole e quindi basate sui criteri della rotazione del terreno e della conservazione della sua fertilità.

Un progetto contempla 5 zone del Senegal (Ballel Pathé, Sinthiou Diam Dior, Koundel, Sadel, Woudourou e le città di Matam e Ourossogui) per un equivalente di circa 22.000 persone, guidate da 2.000 donne alle quali è affidata la guida del progetto.

Un’iniziativa che non consiste in una semplice misura assistenziale ma che guarda molto più in là, proprio perché si propone di mettere a disposizione conoscenze, strumenti e tecnologia. Una scelta innovativa che punta sulle donne per restituire un futuro a un Paese che si sta rapidamente spopolando, offrendo l’opportunità di continuare a vivere e lavorare in Terra natia. E, insieme, un modo per tutelare le nuove generazioni affinché le persone godano del diritto naturale di vivere nel posto in cui sono nate.

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Redazione