Nasce nel Regno Unito la prima agenzia di rating per i progetti di equity crowdfunding
La nuova piattaforma CrowdRating, fondata da Rees-Mogg Modwenna e Alex Heath, è operativa da metà settembre con 30 report riferiti a valutazioni di offerte presenti fino a oggi su SyndicateRoom, Seedrs e Crowdcube, benché a breve saranno aggiunte altre piattaforme.
Scopo della piattaforma è fornire ai potenziali investitori un servizio di rating per valutare le offerte presentate sulle piattaforme di equity crowdfunding.
La stessa CrowdRating sul suo sito spiega che: «anche se si sta investendo poco, è importante scegliere le migliori offerte possibili, evitando le peggiori. A maggior ragione, se si sta investendo in maniera significativa e si sta costruendo un portafoglio diversificato o si sta cercando di individuare le iniziative con le maggiori potenzialità di affermarsi, è vitale avere a portata di mano quante più informazioni possibili».
In uno studio recente pubblicato dai ricercatori delle Università di St Andrews e di Stirling, risulta che il 69% dei 42 imprenditori britannici che hanno partecipato al sondaggio, ha dichiarato di aver usato il crowdfunding in quanto percepiva la mancanza di disponibilità di altre alternative di finanziamento. Le banche, infatti, risultano troppo costose e richiedono che l’azienda produca già dei ricavi, quindi se non si dispone ancora di redditi considerevoli diventa alquanto difficile ottenere fondi.
Le 42 imprese britanniche oggetto di studio sono riuscite a raccogliere in media 408 mila sterline tramite crowdfunding con una media del 19% di equity, grazie all’investimento, sempre in media, di 164 nuovi azionisti, con cinque imprese che hanno raccolto più di un milione. Al netto di quelle che hanno raggiunto più di un milione, l’importo medio scende a 237.339 sterline.
Tra le aziende che hanno utilizzato il crowdfunding, il più grande vantaggio percepito è la velocità con cui i fondi possono essere raccolti, oltre alla mancanza di vincoli. Le imprese che accedono al finanziamento tendono a essere molto giovani, piccole e operano particolarmente nei settori di consumer-oriented come media digitali, cibi e bevande, e trasporti.