Dopo i giornalisti e gli omosessuali, la Turchia censura anche Charles Darwin. A partire dal 2019, dai libri di testo dei licei turchi, infatti, potrebbe sparire completamente la sezione “Origine della vita ed evoluzione” che include, appunto, la teoria dell’evoluzionismo del naturalista inglese, finora bandito solo in Arabia Saudita e che già in passato, però, aveva creato problemi di censura nel Paese.
Ad annunciare questo nuovo passo deciso verso l’islamizzazione del sistema educativo è stato Alpaslan Durmus del Ministero dell’Educazione turca. «Abbiamo escluso argomenti controversi per studenti con un’età inadatta a comprendere il contesto scientifico della questione. Questa sezione sarà rinviata agli studi universitari», ha spiegato nei giorni scorsi.
La decisione, che avrebbe ottenuto il via libera del presidente Recep Tayyip Erdogan, ha suscitato numerosissime polemiche nel mondo accademico (e non solo) turco ed europeo. In uno stato laico come la Turchia, infatti, piegare l’educazione scolastica all’ideologia religiosa è apparso a tutti come un nuovo colpo di mano del presidente Erdogan, che sembra spostare, ogni giorno che passa, la libertà del proprio Paese non solo verso l’islamizzazione, ma anche verso la perdita dei diritti.
Abbiamo raccontato proprio qualche giorno fa della dura repressione nei confronti del Gay pride organizzato in Turchia (leggi l’articolo), così come in più occasioni ci siamo soffermati – e indignati – sul giro di vite che ha colpito la libertà di stampa nel Paese.
Ma questa volta ad essere messi a rischio non sono “solo” la libertà e i diritti di alcune categorie considerate “scomode”, bensì il libero pensiero di un’intera generazione che oggi dovrà rinunciare a Darwin e domani Dio solo lo sa (o forse dovremo dire Allah). I bambini e i ragazzi turchi, infatti, vengono pian piano spinti verso un indottrinamento che prevede molte restrizioni. Oltre al più noto caso della teoria dell’evoluzione di Darwin, infatti, a sparire dai banchi di scuola potrebbe essere anche Mustafa Kemal Atatürk, uno dei fondatori dello Stato turco, cui si rifanno coloro che si oppongono all’idea di islamizzazione della Turchia del Partito per la giustizia e lo sviluppo, quello a cui appartiene il presidente Erdogan. Largo spazio, al contrario, verrà dato a scienziati e studiosi musulmani e turchi.
La stretta del Governo si concretizza anche attraverso la messa al bando di alcuni videogiochi considerati “islamofobi”. A finire nella lista nera diffusa dal Ministero della Gioventù e dello Sport turco sono stati alcuni tra i giochi più famosi e venduti al mondo come Call of Duty, Tekken, Guitar Hero o Resident Evil. Non nascondo in questo caso che più volte mi sono trovata a criticare la violenza di certi videogiochi il cui unico scopo è uccidere persone o accumulare una serie di reati. Ma che a imporre di non giocare a uno di questi passatempi non sia un genitore, ma lo Stato, a me sembra francamente eccessivo.
A far sorridere – anche se non ci resterebbe che piangere – è che dalla censura sembra non essersi salvato neanche l’apparentemente innocuo Pacman, il giochino che anche noi delle generazioni precedenti conosciamo bene e che recentemente è tornato di moda. L’ipotesi, a mio avviso assolutamente visionaria, di alcuni funzionari turchi è che il gioco rimandi all’idea subliminale di “cacciare donne velate”. In questo caso ho pensato immediatamente alla cameretta della mia nipotina che ha proprio i personaggi di Pacman al posto delle maniglie di cassetti e ante.
Se mia nipote fosse nata in Turchia, oggi mia sorella dovrebbe cambiare i mobili della sua stanza, nonostante sono certa che neanche la più fervida immaginazione dei bambini abbia mai pensato a quei pupazzi come a delle donne velate. Ma tant’è.
Tornando, infine, a Darwin concedetemi un’ultima considerazione, o meglio curiosità. Per quanto oggi possa sembrarci assurdo, il naturalista britannico e la sua teoria dell’evoluzione una decina di anni fa hanno rischiato di sparire anche dai libri di testo italiani, anche se solo fino alle scuole medie. Ci riferiamo al 2004, all’epoca del ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, che cancellò con un colpo di spugna Darwin e le sue teorie dalle scuole elementari e medie. Fortunatamente, anche in quel caso, l’indignazione della comunità scientifica fu tale da spingere il ministero a reintrodurre la teoria dell’evoluzione, ma solo a partire dalle terza media.
Il direttore
Vignetta di copertina: Freccia.