Responsabilità sociale

Ero straniero: la proposta di legge di Emma Bonino

Oggi è venerdì primo settembre, giorno ideale per fare programmi per il futuro e stabilire nuove priorità. In tema di responsabilità sociale proponiamo ai nostri lettori di mettere in cima all’agenda la sottoscrizione della proposta di legge di iniziativa popolare “per superare la Bossi – Fini e cambiare le politiche sull’immigrazione puntando su inclusione e lavoro”, lanciata ufficialmente il 12 aprile scorso da Emma Bonino.

Certo, è trascorso qualche mese ma non vi preoccupate, purtroppo il tema non ha perso di attualità e c’è ancora qualche tempo per raccogliere le cinquantamila firme necessarie a depositare la proposta in Parlamento. Cosa volete che vi dica, quando la disinformazione e la strumentalizzazione politica rischiano di travolgere ogni cosa è sempre utile tornare ad ascoltare i Radicali. Forse non saremo sempre d’accordo, ma da loro avremo sempre informazioni corrette, documentazioni rigorose e parole vere.

Nel caso specifico l’iniziativa Ero Straniero – L’umanità che fa bene non riguarda solo la legge di iniziativa popolare, ma anche una campagna di informazione per ristabilire un’informazione corretta e “cambiare il racconto sull’immigrazione”. È proprio quello che, nel suo piccolo, Felicità Pubblica cerca di fare ogni giorno.

Per questo vi invitiamo a consultare i documenti presentati nel sito www.radicali.it. Troverete le proposte dei Radicali italiani sulla “Governance delle politiche migratorie tra lavoro e inclusione sociale”, un “piccolo prontuario per un racconto (finalmente) veritiero sull’immigrazione” dal titolo evocativo (“Tutto quello che sai sugli immigrati è falso!”) e il testo integrale della Proposta di legge di iniziativa popolare “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”.

Di seguito un breve testo di presentazione della campagna e la sintesi della suddetta proposta di legge.

La campagna “Ero Straniero – L’umanità che fa bene” è stata lanciata ufficialmente il 12 aprile in una conferenza stampa al Senato da Emma Bonino e dalle altre organizzazioni che, insieme a Radicali Italiani, sono promotrici della legge di iniziativa popolare per superare la legge Bossi – Fini e cambiare le politiche sull’immigrazione puntando su inclusione e lavoro.

La legge di iniziativa popolare dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari” è promossa da Radicali Italiani insieme a Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ACLI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, CILD, con il sostegno di numerose organizzazioni impegnate sul fronte dell’immigrazione, tra cui Caritas Italiana, Fondazione Migrantes Comunità di Sant’Egidio e tante associazioni locali.

A maggio è partita in tutta Italia la raccolta firme, anche con il supporto di un’ampia rete di sindaci – al momento sono già 60 – che hanno aderito alla campagna. Sono cinquantamila le firme di cittadini italiani da raccogliere in sei mesi per sottoporre la legge all’attenzione del Parlamento.

La campagna “Ero straniero – L’umanità che fa bene” si propone di cambiare anche il racconto pubblico sull’immigrazione, ostaggio di pregiudizi, luoghi comuni e vere e proprie bugie che, invece di contrastare, la politica spesso sceglie di cavalcare per guadagnare consenso.

Ero straniero. L’umanità che fa bene

Proposta di legge di iniziativa popolare

Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari

Sintesi delle proposte

Permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione e attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari

S’introduce il permesso di soggiorno temporaneo (12 mesi) da rilasciare a lavoratori stranieri per facilitare l’incontro con i datori di lavoro italiani e per consentire a coloro che sono stati selezionati, anche attraverso intermediari sulla base delle richieste di figure professionali, di svolgere i colloqui di lavoro. L’attività d’intermediazione tra la domanda di lavoro delle imprese italiane e l’offerta da parte di lavoratori stranieri può essere esercitata da tutti i soggetti pubblici e privati già indicati nella legge Biagi e nel Jobs Act (centri per l’impiego, agenzie private per il lavoro, enti bilaterali, università, ecc.), ai quali sono aggiunti i fondi interprofessionali, le camere di commercio e le Onlus, oltre alle rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero.

Reintroduzione del sistema dello sponsor (sistema a chiamata diretta)

Si reintroduce il sistema dello sponsor, originariamente previsto dalla legge Turco Napolitano, anche da parte di singoli privati per l’inserimento nel mercato del lavoro del cittadino straniero con la garanzia di risorse finanziarie adeguate e disponibilità di un alloggio per il periodo di permanenza sul territorio nazionale, agevolando in primo luogo quanti abbiano già avuto precedenti esperienze lavorative in Italia o abbiano frequentato corsi di lingua italiana o di formazione professionale.

Regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”

Si prevede la regolarizzazione su base individuale degli stranieri che si trovino in situazione di soggiorno irregolare allorché sia dimostrabile l’esistenza in Italia di un’attività lavorativa (trasformabile in attività regolare o denunciabile in caso di sfruttamento lavorativo) o di comprovati legami familiari o l’assenza di legami concreti con il paese di origine, sul modello della Spagna e della Germania. Tale permesso di soggiorno per comprovata integrazione dovrebbe essere rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro alle condizioni già previste per il “permesso attesa occupazione” e nel caso in cui lo straniero, in mancanza di un contratto di lavoro, dimostri di essersi registrato come disoccupato, aver reso la dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego. Si prevede inoltre la possibilità di trasformare il permesso di soggiorno per richiesta asilo in permesso di soggiorno per comprovata integrazione anche nel caso del richiedente asilo diniegato in via definitiva che abbia svolto un percorso fruttuoso di formazione e di integrazione.

Nuovi standard per riconoscere le qualifiche professionali

Il riconoscimento delle qualifiche professionali deve avvenire non solo su base del titolo acquisito all’estero, ma anche attraverso procedure di accertamento standardizzate che permettano la verifica delle abilità e delle competenze individuali acquisite mediante precedenti esperienze professionali.

Misure per l’inclusione attraverso il lavoro dei richiedenti asilo

Si prevede di ampliare il sistema Sprar puntando su un’accoglienza diffusa capillarmente nel territorio con piccoli numeri, rafforzando il legame territorio/accoglienza/inclusione attraverso tre azioni essenziali: apprendimento della lingua, formazione professionale, accesso al lavoro. Si introducono misure per aumentare, a beneficio di tutti, l’efficacia dei centri per l’impiego, da finanziare con i fondi europei Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione), a partire dall’aumento del numero degli addetti e la creazione di sportelli con operatori e mediatori specializzati nei servizi rivolti a richiedenti asilo e rifugiati.

Godimento dei diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati

Ai lavoratori extracomunitari che decidono di rimpatriare definitivamente – a prescindere da accordi di reciprocità tra l’Italia e il paese di origine – va garantita la possibilità di conservare tutti i diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati in modo che possa goderne, al verificarsi della maturazione dei requisiti previsti dalla normativa vigente, anche in deroga al requisito dell’anzianità contributiva minima di vent’anni. In caso di rientro definitivo nell’ambito di progetti di rimpatrio volontario assistito, ha facoltà di richiedere la liquidazione dell’80% dei contributi versati.

Uguaglianza nelle prestazioni di sicurezza sociale

Vengono eliminate tutte le disposizioni che richiedono, per l’accesso a molte prestazioni di sicurezza sociale (assegno di natalità, indennità di maternità di base, sostegno all’inclusione attiva ecc.), il requisito del permesso di lungo periodo, tornando al sistema originario previsto dall’art. 41 del T.U. immigrazione che prevedeva la parità di trattamento nelle prestazioni per tutti gli stranieri titolari di un permesso di almeno un anno.

Garanzie per un reale diritto alla salute dei cittadini stranieri

Sono previsti interventi legislativi a livello nazionale affinché tutte le Regioni diano completa e uniforme attuazione a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di accesso alle cure per gli stranieri non iscrivibili al Sistema sanitario nazionale (SSN). In particolare si chiede: piena equiparazione dei diritti assistenziali degli stranieri comunitari a quelli degli extracomunitari, coerentemente con i LEA, e inclusa la possibilità di iscrizione al medico di medicina generale, onde garantire la continuità delle cure, e il riconoscimento ai minori, figli di cittadini stranieri, indipendentemente dallo stato giuridico, degli stessi diritti sanitari dei minori italiani.

Effettiva partecipazione alla vita democratica

Si prevede l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo

Abolizione del reato di clandestinità

Si abolisce il reato di clandestinità, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.

Published by
Valerio Roberto Cavallucci