Il recente rapporto “State of the world’s forests” pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) sottolinea come, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile approvati dalla comunità internazionale, sia necessario intervenire sulla salvaguardia delle foreste. In tal modo, infatti, sarebbe possibile ridurre la povertà, proteggere gli ecosistemi acquatici e puntare sull’energia rinnovabile.
Lo studio descrive il quadro della situazione attuale in cui risulta cresciuta la superficie delle foreste nelle zone temperate, stando agli ultimi anni, mentre è rimasta stabile quella relativa alle zone boreali e subtropicali. Il risultato più critico fa riferimento al periodo compreso tra il 2000 e il 2010 in cui si è verificata una perdita netta di 7 milioni di ettari all’anno nei Paesi tropicali a basso reddito, con relativo aumento delle popolazioni rurali. Alla base della deforestazione l’agricoltura riveste un ruolo cruciale, come dichiarato da José Graziano da Silva – direttore generale della Fao – e la sfida globale entro il 2030 sarà quella di eliminare fame e povertà, puntando con determinazione sulle politiche di collaborazione e di partnership a più livelli e su larga scala.
In sostanza la Fao evidenzia l’urgenza di un cambiamento da attuare quanto prima possibile, tuttavia la situazione non è incoraggiante dal momento che risulta evidente come l’utilizzo delle terre non sia adeguatamente monitorato nei vari Paesi. Non a caso, su 35 Stati presi in esame dal rapporto circa la metà non riporta nelle documentazioni nulla di significativo sulle politiche adottate in materia. Di conseguenza, lo studio ha preso in esame i casi di 7 nazioni che presentavano un minimo di tracciabilità: Cile, Costa Rica, Gambia, Georgia, Ghana, Tunisia e Vietnam.
José Graziano da Silva, ha riassunto lo stato attuale delle cose attraverso questa dichiarazione: «La situazione delle foreste nel mondo mostra che alcuni Paesi sono riusciti a migliorare la produttività agricola e il grado di sicurezza alimentare delle loro popolazioni, registrando al contempo un’espansione dell’estensione delle foreste. Oggi la sfida è quella di saper incoraggiare queste tendenze positive soprattutto nei Paesi più poveri, dove al contrario la malnutrizione è ancora diffusa e la superficie forestale è in diminuzione».