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Farfalia: un’oasi per la sopravvivenza delle farfalle

Forse non tutti sanno che tra le tante specie animali a rischio di estinzione c’è anche la farfalla, un insetto di grande importanza per molteplici ragioni, prima fra tutte per essere un insetto impollinatore. Il cambiamento climatico e la distruzione del loro habitat naturale hanno contribuito a far sì che i lepidotteri andassero incontro a una severa minaccia, ragion per cui – ed è un’ottima notizia – in Puglia, e più specificamente a Monopoli, è nata “Farfalia”, un’oasi protetta per porre un freno a una situazione critica.

In Italia ci sono 289 specie di farfalle diurne che rappresentano il 37% della specifica fauna della zona euro-mediterranea. Tuttavia, questa grande varietà è destinata a scomparire se non si fa qualcosa in merito, e il progetto pugliese guarda in questa direzione a partire dal nome che è “Salviamo le farfalle italiane” con la duplice intenzione di proteggere quelle che sono sopravvissute e creare le migliori condizioni affinché possano riprodursi.

Delle 289 specie presenti, 18 rischiano di scomparire e di fronte a questa consapevolezza l’organizzazione no profit Friend of the Earth insieme ad Associazione Polyxena, che si occuperà dell’aspetto scientifico del progetto, hanno dato vita, all’interno del giardino botanico Lama degli Ulivi (Monopoli) alla casa delle farfalle, Farfalia appunto.

Qui verrà riprodotto l’intero ciclo vitale dei lepidotteri più a rischio, dalla deposizione delle uova sulle piante fino alla liberazione delle farfalle che andranno a ripopolarsi in natura. Parliamo di varietà come la Zerynthia cassandra, la Melanargia arge, la Hipparchia sbordonii e la Charaxes jasius che troveranno spazio e salvezza entro questo progetto a cui anche i cittadini saranno liberi di partecipare attraverso varie attività, tra cui una di quelle più importanti e cioè i controlli che saranno effettuati dopo lo sfarfallamento.

Se siamo in grado di conoscere la situazione di grave rischio a cui sono sottoposte le varietà di farfalle, lo dobbiamo a Butterfly conservation Europe che studia e informa periodicamente sullo stato di questi insetti in Europa. Da questi studiosi abbiamo imparato che il frequente uso dei pesticidi non ha certo favorito la sopravvivenza di molti splendidi esemplari, che l’urbanizzazione e le tecniche agricole utilizzate negli ultimi 50 anni hanno inciso profondamente sulla salute della biodiversità con una significativa riduzione dello spazio vitale. Di qui si spiega perché proprio la campagna sia il luogo nel quale le farfalle muoiono prematuramente. Non resta, nel frattempo quindi, che puntare sulla città. Per quanto possa sembrare incomprensibile questa scelta, in realtà non lo è perché, come a Monopoli, è possibile ripetere la buona prassi che consiste nel ricreare oasi naturali e combattere contro l’estinzione di insetti tanto importanti.

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Redazione