A Ferrara non si può certo dire che manchino ingegno e creatività. Data la crisi economica e il relativo momento di difficoltà vissuto dai Comuni, sono state assunte 600 pecore volenterose e affamate d’erba, che si occuperanno della gestione del verde della città. Sostenibilità ambientale, risparmio, nessun tipo di sfruttamento, anzi, gli ovini sembrano assai felici di brucare ciuffi d’erba. Tra le altre cose non sono rumorosi come può esserlo una falciatrice, al massimo può scappare un belato che certo non costituisce materia d’inquinamento acustico.
L’idea di usare le pecore come falciatrici d’erba era venuta, l’anno scorso, al pastore Massimo Freddi. Richiesta che l’amministrazione comunale aveva accolto prontamente. Naturalmente è seguita poi tutta la trafila burocratica, tra il nulla osta veterinario dell’Asl di competenza e l’autorizzazione a procedere del sindaco. A settembre 2015 è iniziata l’esperienza lavorativa del gregge, a cominciare dalle montagne della Val Trompia fino a proseguire verso il lago di Garda, la sponda veneta del Po, toccare Rovigo e arrivare a Ferrara.
Stando agli accordi presi, il gregge dovrebbe restare a Ferrara fino a maggio, per poi trasferirsi ovunque ve ne sia bisogno. Qualcuno si era spaventato del pericolo “zecche”, infatti come sappiamo queste ultime sono molto affezionate alle pecore, ma il pastore ha tranquillizzato tutti in tal senso.
E ha rilasciato la seguente dichiarazione, che è anche materiale su cui riflettere:«Si è talmente disabituati al rapporto con la natura che se ne si ha paura. Un gregge di pecore non ha mai fatto male a nessuno al mondo».