Una Milano blindata ha ospitato il 5 e 6 novembre il G7 Salute con la presenza dei ministri di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna e Usa, oltre a numerose personalità e al commissario Ue alla Salute – il lituano Vytenis Andriukaitis – nella sede del Museo della Scienza e della Tecnica.
Il comunicato finale congiunto è composto da nove pagine che condensano due giorni di discussioni serrate su temi diversi: l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute dell’uomo e degli animali; la salute delle donne e dei bambini; la farmacoresistenza e la capacità dei sistemi sanitari di affrontare le emergenze; la salute dei migranti.
Emerge da questo G7 Salute l’appello ad attuare «azioni coordinate all’interno dei Paesi G7 in collaborazione con altri, perché la salute di milioni e milioni di persone è a rischio». Infatti i dati sono ormai inequivocabili: ogni anno ci sono 250.000 morti direttamente legate ai cambiamenti climatici e 7 milioni di decessi dovuti all’inquinamento atmosferico.
Va anche detto che nel comunicato si riconosce la posizione diversa degli Stati Uniti rispetto agli accordi di Parigi (Cop 21) e precisamente: «Gli USA intendono esercitare il loro diritto di ritirarsi dall’Accordo di Parigi a meno che non vengano identificati adeguati termini di rinegoziazione».
Infine, viene ribadita la necessità di «costruire in tutti i Paesi sistemi sanitari solidi volti al conseguimento della Copertura sanitaria universale (UHC), senza lasciare indietro nessuno, perché è questa la base per affrontare altre problematiche», come ha spiegato il ministro giapponese Michiyi Takagi, aggiungendo che vanno ridotte le diseguaglianze a livello globale.
La complessità dei temi discussi ha fatto sì che in questo G7 Salute non si siano trattate esclusivamente tematiche sanitarie ma siano seguiti anche ragionamenti trasversali: erano presenti infatti responsabili della sanità animale, la Fao per le parti riguardanti produzioni agricole, mancanza di acqua e capacità nutrizionali, e anche l’Ocse che ha prestato la sua collaborazione.
È necessario infine aggiungere che le associazioni della società civile parlano di occasione parzialmente mancata in questo G7 Salute, sollevando il problema di accesso alle cure. Così commenta infatti GCAP Italia: «La copertura sanitaria universale non è possibile senza un lavoro serio, di cui al momento non c’è traccia nel documento finale, sui prezzi tanto dei farmaci quanto delle tecniche diagnostiche. Su questo manca un forte impegno politico».