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Il gasdotto Est Med Pipeline che porterà il gas naturale da Israele

Nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha firmato un accordo per la costruzione di un nuovo gasdotto che, attraverso circa 1800 chilometri di fondali marini, collegherà i giacimenti di gas al largo di Israele e le coste dell’Italia.

L’accordo è stato siglato con i ministri dell’energia di Israele, Cipro e Grecia, mentre il progetto sarà sviluppato da IGI Poseidon, una società di diritto greco partecipata alla pari da DEPA S.A. e da Edison.

Il gasdotto verrà progettato per trasportare fino a 15 miliardi di metri cubi di gas all’anno, partendo dalle riserve di gas recentemente scoperte nel bacino off-shore Levantino (Cipro ed Israele) arrivando in Grecia e da lì, attraverso il gasdotto Poseidon, approdare all’Italia.

Un progetto decisamente ambizioso dal momento che banche di investimento americane come Goldman Sachs e JP Morgan sono pronte a investire su questo nuovo “Eastmed Pipeline“,  il nome del nuovo gasdotto. Si prevede che avrà un costo di 6 miliardi di euro.

Un progetto però fondamentale per Tel Aviv che si sostituirebbe a Mosca come fondamentale partner energetico dell’Europa alla quale peraltro restano i giacimenti de Mare del Nord che, purtroppo, si stanno rapidamente esaurendo.

Ha dichiarato il  commissario europeo per l’energia Miguel Arias Cañete: “Sosteniamo con forza lo sviluppo della Regione, sosteniamo con forza il progetto” senza però nascondere nello stesso tempo che la Commissione europea non può ancora prendere impegni precisi.

Nello stesso tempo il ministro Calenda afferma che il progetto è estremamente importante per l’Italia, che lavora per eliminare totalmente il carbone e nello stesso tempo per costruire un approvvigionamento di gas naturale.

Pare giusto ricordare che, in ogni caso, su questo progetto pesano non poche pressioni politiche, come i contrasti con la Turchia e i mai sopiti problemi tra israeliani e palestinesi, argomenti che sicuramente diventeranno motivo di confronto con gli inviati della UE.

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Redazione