Oltre sette ettari di terreno da coltivare su una collina di Genova Campi, in Valpolcevera, fino a pochi mesi fa in stato di abbandono e degrado, e 300 aspiranti agricoltori che penseranno a coltivarlo per portare a casa parte del raccolto. Questo è l’ambizioso progetto del Comitato 4 Valli, un’associazione di coltivatori e allevatori.
Si tratta di un esperimento unico in Italia che «diventerà l’orto collettivo più grande d’Europa», come spiega il presidente dell’Associazione Comitato 4 Valli e ideatore del progetto, Andrea Pescino. La particolarità dell’orto collettivo genovese, a differenza di altri progetti, è che tutti coltivano insieme, non ci sono porzioni affidate a singoli, ma si lavora fianco a fianco, piantando i semi, lavorando la terra e raccogliendone i frutti. E’ un lavoro di squadra, «se manca qualcuno arriva un altro a svolgere lo stesso compito», prosegue il presidente. «E per gestirlo si programma un calendario settimanale, dalla semina alla legatura dei pomodori che viene inviata via mail a tutti i partecipanti: i primi che arrivano sanno cosa devono fare e chi viene dopo controlla il lavoro fatto».
In questi mesi, si sono messe all’opera circa una sessantina di persone, tra cui agricoltori, allevatori, un medico e un’insegnante per un totale di 3.200 ore di lavoro. Gli altri partecipanti entreranno in gioco quando si raggiungerà un’area meno ripida. «Quando l’orto collettivo entrerà in produzione», racconta Pescino, «sarà gestito col principio del baratto: tante ore di lavoro, tanta verdura. Gli scambi saranno regolati attraverso una moneta cartacea alternativa: lo Scec. Sigla che sta per “Solidarietà che cammina”. Ogni ora di lavoro sarà pagata 7,5 Scec, che potranno servire per comprare i prodotti coltivati, direttamente o presso negozi aderenti all’iniziativa».