Nel mondo, ancora oggi, sono circa 800 milioni le persone che soffrono la fame, un fenomeno che coinvolge il 13% della popolazione globale. Diminuisce l’indice di sottoalimentazione, ossia il numero dei sottoalimentati in rapporto alla popolazione a livello mondiale: dai circa 19 sottoalimentati ogni 100 persone del periodo 1990-1992, l’indice è passato al 10% circa, ma rimane superiore al 30% nell’Africa sub-sahariana. Questi sono solo alcuni dei dati diffusi alla prima edizione del “Geoprogress Global Forum (GGF)”, la conferenza internazionale tenutasi a Torino che, affrontando temi concernenti la geografia e la sicurezza alimentare, ha riunito in un singolare dibattito accademici, esperti, istituzioni internazionali come la Fao, l’Ifad e la Focsiv.
Nonostante questi dati così negativi, i rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite ritengono che l’obiettivo Fame Zero possa essere raggiunto intensificando i loro aiuti a sostegno delle popolazioni più povere che permettano di aumentarne i redditi e la produzione dell’agricoltura contadina, dei piccoli possessori e proprietari di terre, nelle cui regioni vivono oggi ben 2,5 miliardi di persone.
Dall’incontro, inoltre, è emerso che il ruolo dell’agricoltura risulta centrale per fronteggiare l’emergenza, attraverso nuove strategie, tra cui lo sviluppo e la diffusione di innovazioni per aumentare le rese agrarie delle colture alimentari di gran parte dei Paesi sottosviluppati, fermare l’espansione di produzioni di bio-carburanti a scapito di colture alimentari, diminuire l’inquinamento ambientale e gli input chimici, garantire la qualità e la salubrità dei cibi.
Per quanto riguarda il fronte della guerra alla povertà, diverse iniziative positive sono state riprese recentemente dall’Unione Europea a favore dei Paesi meno avanzati (Pma) come ad esempio quelli dell’Africa Sub-Sahariana, in cui la povertà, al contrario della media mondiale, è peggiorata sensibilmente: l’Accordo di Cotonou del 23 giugno 2000 con gli Stati Acp (Africa-Caraibi-Pacifico), la decisione di liberalizzare tutte le importazioni provenienti dai Paesi meno avanzati e le posizioni assunte per la III Conferenza delle Nazioni Unite sui Pma (Commission européenne, 2001).