27 gennaio 1945 – I soldati dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz, in Polonia, e liberavano i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista svelando al mondo intero il più atroce orrore della storia dell’umanità: la Shoah (dall’ebraico “distruzione totale”).
Nel periodo compreso tra il 1933 e il 1945 il regime nazista di Adolf Hitler aveva sistematicamente imprigionato all’interno dei campi di concentramento e dei campi di sterminio milioni di ebrei, le vittime più numerose – 6 milioni – dell’intero ingranaggio di distruzione. Non solo: all’interno dei lager hanno trovato la morte zingari, omosessuali, prigionieri di guerra, dissidenti politici, testimoni di Geova, Pentecostali, disabili, malati di mente.
I campi di concentramento e di sterminio tristemente più noti sono quelli di Auschwitz-Birkenau, Bergen-Belsen, Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Treblinka, solo per citarne alcuni.
Con una legge del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha istituito il Giorno della Memoria e nel primo articolo riconosce il 27 gennaio come data simbolica “per ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.