25 novembre 2017 – La data di oggi è stata scelta nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in maniera per niente casuale: in questo stesso giorno del 1960 furono brutalmente assassinate le tre sorelle Mirabal, considerate dal mondo come esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con il quale cercarono di opporsi al regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore capace di tenere la Repubblica Domenicana, per ben 30 anni, nel terrore e nel caos.
Così oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un fenomeno dalle proporzioni devastanti che non appartiene a nessuna categoria definita, non è frutto di una conseguenza ben delineata, non è la costante di un determinato gruppo sociale. Riguarda tutti e tutti ne siamo vittime.
Le iniziative e gli interventi istituzionali non bastano. Serve sinergia, a cominciare dalla scuola che può rappresentare in questo senso il primo punto di riferimento, attraverso seri percorsi educativi, fino a coinvolgere le famiglie e la società tutta. È chiaro come una semplice strategia di sensibilizzazione non sia – né debba essere – sufficiente. Si chiede molto di più: interventi concreti, strategie preventive, soprattutto perché la violenza può degenerare in femminicidio. I dati più recenti indicano che nel mondo 1 donna su 3 sia vittima di violenza nel corso della sua vita.
Sulla base di queste consapevolezze, in Italia sono molti gli eventi organizzati su questo tema che coinvolgono quasi tutte le città del Paese.