Dal 5 al 9 luglio, presso il Parco di Bosco Albergati di Modena, fischio d’inizio per i Mondiali antirazzisti, appuntamento giunto alla sua 21esima edizione grazie all’encomiabile lavoro della UISP (Unione Italiana Sport Per Tutti) che ogni anno chiama giovani da tutto il Pianeta per rispondere in maniera inclusiva e attraverso quel magnifico collante sociale che è lo sport, per lottare contro muri, barriere e fili spinati, prodotti di un’ignoranza che si chiama razzismo.
Non solo calcio, a cui spetta comunque il ruolo di regina con 160 squadre già registrate, ma anche basket, pallavolo, rugby e altri interessanti sport. Si tratta di una realtà in cui la parola d’ordine non può che essere solidarietà, ma non solo. A scendere in campo, insieme a ragazzi e ragazze di ogni etnia, saranno soprattutto i valori dell’accoglienza, del volontariato, del reciproco scambio, del rispetto e della cultura. Come dice Carlo Balestri, colui che fu l’ideatore dei Mondiali, essi «rappresentano l’altra parte della luna, del mondo: una forma di umanesimo che vive un altro modo di stare insieme. I Mondiali rappresentano praterie e non i muri, il gioco e non lo sport di vertice inteso come competitività e prestazione».
Lo sport diviene dunque l’occasione per praticare in modo diretto esempi di inclusione e integrazione di rifugiati e richiedenti asilo, spiegando, senza bisogno di parole, come questo tipo di contatto sia possibile in un’Italia – e un’Europa – divisa tra chi costruisce muri e barriere a difesa dei propri confini e chi quei confini non li sente neanche umanamente come propri.
Le iscrizioni sono ancora aperte ed è possibile ricevere tutte le informazioni del caso collegandosi al sito dei Mondiali antirazzisti.
Il 6 luglio, dopo le partite, dal mattino fino al pomeriggio, alla sera ci sarà spazio per il dibattito con:“Goal: tutti in campo”, in cui i rappresentanti di squadre nazionali e internazionali racconteranno la propria vita e avranno modo di confrontarsi su temi quali la proposta di un torneo misto per superare gli ostacoli e le discriminazioni del mondo calcistico, come anche quelli legati all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alle diverse appartenenze socio-culturali. Nel dibattito interverranno M.Claysset (politiche di Genere e diritti UISP), Atletik Dildoa (Turchia), FemSlam (Serbia), Champion Ohne Grenzen (Germania), Rede ExAequo (Portogallo) e ArciLesbica.
Il 7 luglio, di nuovo in campo e poi spazio a “Mediterraneo: da Mare nostrum a Mare Chiuso”: questa volta saranno le Ong (Organizzazioni non governative) che avranno modo di parlare del proprio lavoro, incentrato soprattutto sulle enormi responsabilità del soccorso in mare e sull’accoglienza riservata ai rifugiati e ai richiedenti asilo. Parleranno Stefano Liberti (Internazionale), S. Stilli (AOI), l’onorevole F. Fossati e il moderatore sarà M. Romanelli (GVC).
L’8 luglio il tema al centro del dibattito dei Mondiali antirazzisti sarà “Libere/i di Giocare – Europa e rifugiati, iniziative, regole ed esperienze di inclusione sociale“. Le riflessioni saranno incentrate sulle difficoltà che i rifugiati e i richiedenti asilo incontrano quando il gioco, da amatoriale, sale di categoria e va a scontrarsi contro il razzismo presente soprattutto nel calcio. Parola a A. Morelli (UNHCR), V. Manco (presidente UISP), F. Appetiti (AIC), D. Drago (We want to play).