Il riscaldamento globale e gli eventi meteo estremi taglieranno le aree adatte alla produzione del caffè fino al 50%, provocando un aumento dei prezzi e un calo della qualità del prodotto. In pericolo anche i mezzi di sostentamento di più di 120 milioni di persone, tra cui alcuni tra i più poveri al mondo, collegati al settore del caffè. A lanciare l’allarme è il rapporto “A Brewing Storm” del Climate Institute di Sydney.
Il caffè costituisce un’industria globale da circa 19 miliardi di dollari. Nel mondo vengono consumate quotidianamente più di 2,25 miliardi di tazzine di caffè e la produzione è più che triplicata dal 1960. Ciò nonostante l’80-90% dei 25 milioni di produttori di caffè sono piccoli proprietari, tra i più esposti agli effetti dei cambiamenti climatici, come sottolineano i ricercatori.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici, infatti, sono già ben visibili in molte zone nei Paesi chiave per la produzione di caffè come Messico, Guatemala e Nicaragua, in cui è aumentata l’incidenza di malattie e parassiti, che influiscono su rendimenti e qualità.
Come spiega John Connor, a capo del Climate Institute di Sydney: «Senza azioni significative contro il cambiamento climatico gli agricoltori dovranno spingere la produzione su territori riservati ora ad altri usi come la conservazione della natura e delle foreste».