Vetro, metalli, carta, plastica, la stessa frazione umida se raccolti e selezionati regolarmente consentono attualmente un risparmio di 6 miliardi e mezzo sulle importazioni di materie prime dall’estero. Inoltre, adoperando materie prime seconde (Mps), il sistema Italia risparmia già oggi 2 miliardi di euro di energia, pari a circa il 10% dei consumi elettrici.
Questo è quanto emerge dal Waste Strategy Annual Report 2016 (Was), dal titolo “Il waste management in Italia. Strategie aziendali, finanza e governance del settore”, realizzato da un gruppo di esperti operatori del sistema dei rifiuti e coordinato dalla società di consulenza ambientale Althesys, che rivela quanto vale l’economia circolare per il nostro Belpaese.
Come ha sottolineato l’amministratore delegato di Althesys Alessandro Marangoni: «L’economia circolare non è solo un metodo per sottrarre alla discarica ingenti quantità di risorse, evitando inquinamento e occupazione del suolo. I materiali che finiscono nel nostro bidone sono una vera e propria miniera».
Dal rapporto si legge che lo sviluppo dell’industria del riciclo ha fatto espandere i mercati delle materie prime seconde: solo nel comparto della carta, negli ultimi 15 anni, infatti la carta recuperata è quasi raddoppiata passando dal 26% del totale nel 2000 al 47,7% nel 2015. Questo ha consentito all’Italia di diventare esportatrice di maceri, capovolgendo il ruolo storico di dipendenza dall’estero.
Negli ultimi anni l’industria della gestione dei rifiuti aumenta complessivamente in modo costante raggiungendo un fatturato da 9,7 miliardi di euro. Inoltre, le imprese più dinamiche si stanno sviluppando in particolare nel settore della selezione e della valorizzazione dei materiali raccolti.
Lo sviluppo delle fasi a valle della raccolta, fondamentale per la partenza di un vero comparto dell’economia circolare, è diventato un imperativo nelle politiche di gestione dei rifiuti: attualmente esso vale già 2 miliardi di euro. Il 73% degli operatori di questa fase della filiera tratta almeno due materiali recuperati, soprattutto carta e plastica, con il 66% delle imprese attive su entrambi. Il 60% si dedica ai metalli, mentre sono il 45% quelli attivi nel vetro e altrettanti nel legno. Infine, il 46% opera solo nel business degli urbani, il 33% soltanto degli speciali. Infine, il 21% è impegnato su entrambi i flussi.