In questi giorni di dolore seguenti ai tragici avvenimenti di Parigi, la doverosa attenzione mediatica riporta alla ribalta i temi della sicurezza, dei rapporti con i paesi dell’area del vicinato europeo, dell’accoglienza dei migranti e della convivenza interculturale fra persone di origine diversa.
In questi momenti, purtroppo, diventa più facile identificare in chiunque sia semplicemente diverso da noi per lingua o per religione un potenziale nemico e dunque sostenere l’equivalenza “immigrato = terrorista”. Ma sta solo a noi stessi non arrenderci alla paura e alla diffidenza.
Senza voler dare giudizi politici che non ci competono, ma al contempo sicuri che all’odio di pochi non si possa che rispondere con l’amore di molti (oltre alle altre misure che i politici prenderanno), scegliamo in questa sede di pubblicare un estratto dell’appello che il CEV – Centro Europeo per il Volontariato – ha rivolto appena pochi giorni fa ai decisori politici di tutti i livelli in Europa per invitarli a sostenere maggiormente le iniziative della società civile in favore dei rifugiati che in numero sempre crescente varcano i confini europei, in fuga da guerre, persecuzioni e povertà.
Sebbene scritte prima della drammatica data del 13 novembre 2015, ci sembra che queste semplici parole acquisiscano ancora maggior valenza nel contesto del Terzo settore post-Parigi.
Novembre 2015
All’attenzione di tutti i responsabili politici:
“I volontari scelgono un approccio diverso ai rifugiati”
In Europa abbiamo la fortuna di vivere nella libertà di scelta, non ultima quella di eleggere i nostri governi. Molti cittadini europei sono oggi scioccati dalle scelte che alcuni di questi governi stanno compiendo per quanto riguarda l’emergenza immigrazione e le esigenze umanitarie dei rifugiati in Europa.
La grandissima parte dei rifugiati che arrivano in Europa sono persone in fuga da tragedie inimmaginabili, che hanno superato enormi ostacoli per raggiungere il nostro continente, una parte del mondo che immaginavano sarebbe stata per loro un luogo sicuro. Rispetto alla guerra, alla povertà estrema e alle persecuzioni da cui scappano nei loro paesi d’origine, l’Europa è ancora probabilmente un posto sicuro. Tuttavia gravi fatti recenti ci hanno mostrato, che l’Europa non è affatto libera da ogni pericolo.
Fortunatamente, molte vite di rifugiati vengono salvate perché singole persone scelgono volontariamente di agire, mostrando solidarietà e compassione in opposizione alla tendenza di molti leader politici. I volontari forniscono ai rifugiati un sostegno fondamentale e una risposta a bisogni fondamentali come vestiti, cibo e riparo. Essi forniscono un esempio di cambiamento possibile attraverso il loro operato.
Queste iniziative di volontariato messe in atto da un gran numero di cittadini europei, non solo hanno spesso reso migliore o salvato la vita di molti rifugiati, ma stanno lentamente cambiando l’atteggiamento stesso delle persone nei confronti dei rifugiati stessi, il modo in cui questi ultimi sono percepiti e trattati nelle comunità. Ciò ripristina il senso intrinseco di solidarietà e di rispetto dei diritti dell’uomo, che è il vero fondamento dell’Europa, un aspetto che i responsabili politici a volte dimenticano, ma che i volontari di tutta Europa dimostrano ogni giorno attraverso il loro impegno.
Chiediamo ai responsabili politici di continuare a fornire i mezzi necessari affinché vi siano adeguate infrastrutture pronte a sostenere il volontariato in Europa, nella consapevolezza che soltanto attraverso le organizzazioni di volontariato è possibile offrire opportunità concrete di solidarietà a tutti coloro che sono disposti a intraprendere azioni positive per rispondere alle esigenze dei rifugiati.
L’impegno in questa direzione dai parte dei decisori politici di tutti i livelli consente ai volontari di poter operare in maniera adeguata, con la necessaria formazione, attrezzatura e supporto, nonché ai rifugiati di beneficiare appieno della potenzialità di questa incredibile risorsa fondata sulla libera scelta, sulla generosità e sugli altri valori europei”.