Il cane, si sa, è il migliore amico dell’uomo e un giorno fido potrebbe rivelarsi fondamentale per aiutare il suo padrone a sconfiggere il cancro.
Non stiamo parlando della preziosa zooterapia, nota ai più come pet-therapy e bastata sui benefici prodotti dall’interazione uomo-animale, ma di un aiuto basato sulla similarità del corredo genetico tra cane e uomo. Pare infatti che fido abbia in comune con noi il 90% del patrimonio genetico e, proprio in virtù di questo, studiosi provenienti da ben 20 centri di ricerca americani stanno concentrando il loro impegno per saperne di più circa le diffuse analogie tra alcune tipologie di cancro canine e quelle che colpiscono gli esseri umani.
L’idea da cui parte l’attività di ricerca è che la similarità di patrimonio genetico possa essere un fattore determinante nella lotta delle neoplasie. In America si crede fortemente nel progetto tanto che gran parte degli studi sono stati finanziati direttamente dall’Istituto Nazionale della Salute USA. La collaborazione tra la Duke University e la North Carolina University ha inoltre dato vita a un centro di “Oncologia Comparativa” avente per mission lo sviluppo di strumenti diagnostici e terapeutici innovativi che possano dare benefici a uomini e cani colpiti da tumori.
Il cane è una delle specie più soggette all’insorgenza del cancro: diffusa è la frequenza di osteosarcoma al melanoma o di tumori alla prostata e al seno. Vi è inoltre un precedente positivo su cui i media Usa hanno dato grande risalto: affetta da un tumore alle ossa metastatizzato, a Emily Brown i medici avevano dato tre mesi di vita ma un trattamento immunoterapeutico sperimentato solo sui cani l’ha salvata.
Vi è del romantico nel pensare che il nostro amico a quattro zampe, compagno fedele di mille avventure, possa essere determinante anche nella cura di alcuni tumori eppure è così: gli scienziati ce la stanno mettendo tutta per capire come si sviluppino i tumori negli animali, sperimentando, allo stesso tempo, cure efficaci anche sulle persone.