Il crowdfuding per il prestito sociale: il P2P

L’approfondimento di oggi fa riferimento all’articolo che ha suscitato un forte interesse da parte dei nostri lettori, pubblicato qualche giorno su Felicità Pubblica “Arriva Sociallending, la nuova piattaforma di crowdfunding per aiutare i giovani” (leggi l’articolo).

L’innovativa piattaforma di crowdfunding Sociallending dedicata ai giovani e agli stranieri è nata per agevolare l’accesso al credito per l’avvio di idee di impresa e alfabetizzazione finanziaria.

Sociallending mette in contatto, attraverso un meccanismo di social network (crowdnetwork), le persone che hanno bisogno di piccole quantità di denaro per realizzare un progetto con quelle che sono disposte a prestare soldi. Si tratta di un modello di prestito sociale, come spiega il nome stesso, attraverso il crowdfunding. La vera innovazione è proprio in questo, ossia non si tratta di ricevere delle donazioni, come accade nelle classiche piattaforme di crowdfunding, piuttosto di ottenere dei microcrediti.

La piattaforma nasce con lo scopo di produrre occupazione e inclusione sociale per i ragazzi e per gli stranieri, soprattutto immigrati e regolarmente residenti in Italia.

Come riportato sulla piattaforma:

L’intenzione è di applicare il microcredito sociale e d’impresa basato sull’innovazione digitale, a un target più ampio a esclusione sociale, che comprenda soprattutto i giovani. Né donazioni, né intermediazione finanziaria. C’è una terza via, quella della responsabilizzazione: un modello di Prestito Sociale attraverso il crowdfunding (P2P: individui che prestano ad altri individui).

L’opportunità è grandissima: dare vita a una nuova forma di Social Banking basato sull’economia collaborativa e digitale, senza gli evidenti ostacoli bancari.

La piattaforma facilita l’accesso al credito per i giovani “Non Bancabili” e per tutti coloro che hanno una buona idea e pochi fondi per realizzarla, disoccupati e inoccupati tra i 18 e i 30 anni; vengono promosse attività finalizzate all’educazione all’imprenditorialità, alla validazione e sviluppo di un’idea di impresa, all’alfabetizzazione finanziaria, concentrandosi completamente su tutti coloro che sono soggetti al rischio trappola povertà e che rischiano, oltre una perdurante disoccupazione, una situazione di esclusione sociale evidente.

In effetti, se andiamo a scoprire le origini del microcredito e a leggere alcune pubblicazioni in merito capiamo meglio il senso e la filosofia di sociallendig.

Leggendo qualche pagina di “Origine e sviluppo del microcredito” (Edizioni del faro) emerge come “Il microcredito si affermò definitivamente, a livello internazionale, nel 1976 con la sperimentazione di programmi che iniziarono a fornire piccoli crediti a donne povere, in base a meccanismi di solidarietà, attraverso l’iniziativa di Muhammad Yunus. Yunus rimase colpito dall’estrema povertà che osservava nei villaggi bengalesi e pensò che una delle cause fosse l’impossibilità per i più poveri di accedere al credito e di avviare attività economiche redditizie. La situazione di estrema povertà in cui vivevano le famiglie nei villaggi del Bangladesh e di molti altri Paesi meno sviluppati, portò Yunus a maturare l’idea che avrebbe permesso ai poveri di trovare dei metodi alternativi per finanziarsi. Iniziò a informarsi sulla vita della gente che gli viveva intorno e dalle sue riflessioni emerse il Progetto Grameen.

La Grameen Bank fu la prima istituzione finanziaria di microcredito (Microfinance Institution – MFI). La Grameen Bank offriva sostegno organizzativo e prestiti ai poveri, riuniti in gruppi solidali (Solidarity Group), tradizionalmente esclusi dal sistema finanziario tradizionale. La Grameen Bank rivoluzionò il concetto tradizionale di credito, aggirando il problema delle garanzie reali con l’introduzione delle garanzie solidali. Nel 1983, la Grameen Bank diventò una vera e propria banca, assumendo i connotati di prima banca etica nel mondo con uno statuto speciale. La banca prestava denaro ai poveri ed era posseduta dai poveri, che nel tempo ne diventavano gli azionisti. I funzionari della Grameen Bank si spostavano nei villaggi per avvicinare i potenziali clienti, spesso analfabeti e bisognosi di denaro.

Socialending può essere interpretata, quindi, come una rivistazione in chiave moderna e innovativa della Grameen Bank: una grande innovazione nel mondo del prestito, attraverso la guida e l’accompagnamento completo a nuove forme di credito non convenzionale, senza intermediazione, senza spese e commissioni finanziarie, ma soprattutto senza essere banca.

 

Published by
Barbara Scutti