6 febbraio 2018 – Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata mondiale contro l’infibulazione e le mutilazioni genitali femminili. Le Nazioni Unite hanno scelto questo giorno nel 2003 per aumentare il grado di consapevolezza su una pratica che quotidianamente e in più parti del mondo viola pesantemente i diritti umani di migliaia di donne e bambine.
Solo nel 2014 l’Unicef ha documentato almeno 200 milioni di casi di mutilazione genitale in 30 Paesi, soprattutto in Egitto, Etiopia e Indonesia. Ad oggi il fenomeno è in costante aumento.
Le vittime di questa barbarie sono principalmente le bambine in età compresa tra i 4 e i 14 anni, ma in alcuni Paesi non è raro che l’orrore sia inflitto anche a neonate di pochi giorni. Molto spesso le circoncisioni e le mutilazioni vengono effettuate in condizioni di scarsa o assoluta mancanza di igiene e frequenti sono i decessi dovuti alle infezioni.
Per quanto l’Africa sia il continente in cui il fenomeno è più diffuso, la pratica è estesa anche in Medio Oriente, nei Paesi asiatici e in alcune regioni dell’India e si sta rapidamente diffondendo anche in Europa e in Italia.
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