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Immigrazione: 100 mila in piazza contro i muri

Una marcia spontanea di pace. E’ quello che voleva essere ed è quello che è stata la grande marcia colorata che ieri ha attraversato le strade di Milano per dire no ai muri e alle divisioni e sì all’integrazione. E’ stata la marcia delle istituzioni, tante le fasce tricolori, a cominciare da quella del primo cittadino ambrosiano Giuseppe Sala. Così come è stata la marcia delle associazioni, da Caritas a Legambiente, passando per Emergency e Slow Food, fino ad arrivare ai sindacati, con la presenza della segretaria Cgil Susanna Camusso. Ma soprattutto quella di domenica è stata la marcia dei cittadini, dal momento che a scendere in strada, stando alle stime degli organizzatori, sono state in totale centomila persone.

Un esercito di pace per ribadire che l’Italia è e deve essere un Paese accogliente e che chi arriva tramite mare o terra non va visto come un clandestino o un illegale, ma come un essere umano a cui garantire sicurezza e tutele.

«Il tema dell’immigrazione riguarderà le nostre vite per i prossimi decenni», ha commentato il sindaco Sala, «e io voglio essere un costruttore di ponti non di muri».

«Oggi diciamo che non torniamo indietro», gli ha fatto eco il presidente Pietro Grasso. «Non costruiremo con i mattoni dell’intolleranza nuovi muri e divisioni».

Tanti i commenti, anche attraverso i social, ma tutti orientati alla pace e all’integrazione, anche se ovviamente non sono mancati i detrattori, soprattutto sul fronte Lega.

Ma l’importanza del corteo “Insiemesenzamuri” sta soprattutto nell’eredità che l’iniziativa lascia. E’ partendo da qui che la città pensa ad altre iniziative a sostegno della raccolta firme per l’eliminazione della legge Bossi-Fini e l’approvazione di una nuova legge sulla cittadinanza (la campagna “Ero straniero”).

«Solleciteremo il governo», annuncia l’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino, «ad aprire un tavolo di confronto vero per condividere scelte nuove e correggere errori antichi in un Paese a cui, a mio personalissimo e irriducibile modo di vedere, manca una buona politica nazionale su questi temi. E poi ci occuperemo di politiche di riscatto sociale. Per tutte e per tutti. Per questo anticipo (e ci torneremo più in là) che dal 5 al 7 ottobre daremo vita ad una mobilitazione fatta di appuntamenti e confronti sul tema della lotta alle povertà».

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Redazione