Una serie di proposte per assicurare politiche efficaci, umane ed eque in materia di migrazioni. Ad elaborarle è stata la Commissione europea che ha presentato questa settimana il proprio progetto di completamento della riforma del sistema europeo comune di asilo.
Obiettivo dell’iniziativa soprattutto quello di armonizzare a livello europeo le norme e le procedure per la protezione internazionale, di uniformare gli standard di protezione e i diritti per i beneficiari di protezione internazionale e di rendere omogenee le condizioni di accoglienza nell’UE.
Nel complesso, tali proposte mirano a semplificare e abbreviare la procedura di asilo e il processo decisionale, scoraggiare i movimenti secondari dei richiedenti asilo e favorire l’integrazione delle persone che hanno diritto alla protezione internazionale.
Le proposte legislative presentate fanno seguito alla prima serie di proposte adottate dalla Commissione il 4 maggio per riformare il sistema europeo comune di asilo nelle linee indicate nell’agenda europea sulla migrazione e nella comunicazione del 6 aprile.
«L’UE ha bisogno di un sistema di asilo che sia nel contempo efficace e in grado di offrire protezione e che poggi su norme comuni, sulla solidarietà e su un’equa ripartizione delle responsabilità», ha commentato Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione. «Le riforme proposte garantiranno la protezione internazionale in tempi brevi alle persone che ne hanno realmente bisogno ma permetteranno di rimpatriare rapidamente coloro che non hanno il diritto di ricevere protezione nell’UE. Con le proposte odierne, tutti gli elementi della riforma della politica comune europea in materia di asilo sono all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio».
In particolare la Commissione ha elaborato una proposta che mira a rendere le procedure di asilo più semplici, chiare e brevi; rafforzare le garanzie per i richiedenti asilo; garantire norme più severe per combattere gli abusi; armonizzare le norme sui Paesi sicuri.
La proposta è finalizzata inoltre a: far convergere maggiormente i tassi di riconoscimento e le forme di protezione; inasprire le norme per punire i movimenti secondari; garantire protezione solo per il tempo necessario; incentivare maggiormente l’integrazione.