Alle elezioni che si sono svolte in Austria ha vinto il candidato verde Alexander Van der Bellen imponendosi di pochissimo sulla concorrenza rappresentata dal candidato di estrema destra Norbert Hofer.
Van der Bellen, infatti, è arrivato al 50,3% dei voti, Hofer al 49,7%: uno scarto di soli 31.026 voti. Sono stati determinanti i circa 800 mila voti per corrispondenza, che costituiscono il 14% degli aventi diritto. L’affluenza alle urne ha toccato il record del 72,7%.
Si è trattato di una notizia tanto attesa e del tutto inaspettata visto che, dopo domenica, il conteggio dei voti espressi dava in vantaggio Hofer di circa quattro punti percentuali, mentre lo scrutinio di ieri delle preferenze espresse per posta ha ribaltato completamente la situazione risultando decisivo per le sorti politiche dell’Austria.
Le elezioni austriache sono state vissute con il fiato sospeso da parte di tutta l’Europa in quanto la vittoria di Hofer, a capo di un partito fondato da ex nazisti, avrebbe generato non poche importanti conseguenze politiche per tutto il Paese. Il candidato di estrema destra, infatti, era sostenitore di una linea di chiusura delle frontiere austriache, di respingimento degli immigrati fino all’idea di un’uscita dell’Austria dall’Unione Europea.
«Da presidente», ha dichiarato Van der Bellen nella sua prima uscita pubblica – mi metterò al servizio di tutti gli austriaci. Inizierò da subito a riconquistare la fiducia degli elettori di Norbert Hofer, al quale va il mio rispetto». Il neo presidente ha poi aggiunto: «Si è parlato molto di polarizzazione, ma io e Hofer siamo semplicemente le due metà che assieme formano questo grande Paese. Nessuna di queste due metà è più o meno importante dell’altra».
La vittoria di Van der Bellen, 72enne, ex preside della facoltà di Scienze economiche di Vienna e per 10 anni a capo dei Verdi, è il segno di una svolta politica sicuramente positiva che interesserà tutti i Paesi europei.