“Ci sono luoghi in Calabria che attendono in silenzio da anni, ci sono storie nascoste tra i boschi pronte per essere narrate. Ci sono valli incantate che non hanno bisogno di grandi mutamenti, d’imponenti finanziamenti, di musei tecnologicamente avanzati. Solo di un po’ d’attenzione”.
Questa felice espressione “accoglie” chi si trovi a navigare nel sito del progetto Gedeone e introduce alla conoscenza di un’esperienza calabrese di sviluppo locale. L’abbiamo voluta citare perché sembra fornire una chiave di lettura di interesse generale proprio sul tema delle aree interne. In effetti, il 60% del territorio nazionale, quello delle aree interne, ha bisogno “solo di un po’ di attenzione” per portare ad evidenza le sue molteplici risorse, per poter raccontare le sue storie. Niente di eclatante, quindi, non servono grandi investimenti in infrastrutture o in innovazione tecnologica, ma un lavoro puntuale e costante per sottrarre all’oblio e all’abbandono.
Naturalmente nel caso dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo parliamo di un piccolo progetto dall’impatto dichiaratamente limitato ma emblematico di uno stile di lavoro. Un piccolo Comune, una parrocchia e una onlus insieme per rendere fruibile e “vitale” l’abbazia in cui prese l’abito monacale Gioacchino da Fiore.
Di seguito proponiamo ai lettori di Felicità Pubblica la scheda di progetto consultabile nella piattaforma “Cittadini nelle Aree interne”, il portale realizzato dall’Agenzia per la Coesione territoriale e dal Forum Aree interne per “condividere le esperienze che hanno qualcosa da insegnare agli operatori che intendono cimentarsi nella progettazione dello sviluppo delle Aree Interne. Si tratta di una risorsa condivisa che ospita informazioni e spazi per la discussione fra operatori dello sviluppo sostenibile nelle aree interne, con un chiaro orientamento verso la ricerca di soluzioni alle sfide tipiche della vita nelle aree interne. Le esperienze e le discussioni sono organizzate attorno alle tre categorie di servizi essenziali – scuola, salute, e mobilità – ed a sei temi di intervento – Tutela attiva del territorio, Natura Cultura e Turismo, Agro-alimentare, Energia, Saper fare e artigianato, Welfare e immigrazione”.
Progetto Gedeone
Luogo: Carlopoli (Catanzaro);
Anno: 2013 – 2016;
Promosso da: Comune Carlopoli, Comunità S.S. Pietro e Paolo, New Day Onlus;
Aree tematiche: Sanità e assistenza sociale, tutela attiva del territorio, valorizzazione risorse naturali, culturali, e turismo sostenibile.
Nel settembre del 2013 il Comune di Carlopoli (Catanzaro) ha affidato in comodato d’uso gratuito decennale al “progetto Gedeone” – promosso dal Comune stesso insieme a due Associazioni della zona, la “Comunità S.S. Pietro e Paolo” e la “New Day Onlus” – 8 ettari di terreno comprensivi dei ruderi dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo. La storia di questo complesso monastico, fondato dai benedettini nel secolo XI in prossimità del fiume Corace e ricostruito successivamente dai cistercensi nel secolo XII, si incrocia ai suoi inizi con quella di Gioacchino da Fiore, che qui vestì l’abito monacale, divenendone subito dopo abate, e iniziò a scrivere le sue opere principali. Danneggiato una prima volta dal terremoto del 1638, e poi da quello del 1783, il monastero venne progressivamente abbandonato e spogliato delle opere artistiche che conteneva. Fino a tre anni fa, viveva in uno stato di totale degrado. Ma in breve tempo il Progetto Gedeone è riuscito a ripopolare i suoi resti, innescando un meccanismo basato sull’accoglienza e sulla riappropriazione dei luoghi storici e naturalistici e favorendo l’inclusione di persone con disabilità psichiche o che vivono situazioni di disagio economico e sociale di vario genere.
Per realizzare il progetto è stata costituita un’impresa sociale, impegnata prevalentemente nel settore dell’agricoltura: il terreno incolto circostante l’Abbazia è stato recuperato, con l’impianto di un orto che vede la coltivazione di origano ed erbe officinali (e la realizzazione di percorsi didattici, attraverso i “sentieri degli odori”) e nel quale è stata sperimentata, con successo, la piantumazione dello zafferano, che necessita di un microclima particolare.
All’attività agricola si è subito affiancata quella legata al turismo sociale e alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali, allo scopo di creare posti di lavoro che sposino modelli di vita sostenibile e che tengano conto delle diverse abilità lavorative. A tal fine, i “nuovi monaci”, persone con storie di disagio sociale o problemi fisici e psichici, lavorano gomito a gomito con volontari e gente del posto. Tra gli interventi, realizzati o in corso, l’allestimento di un’area ristoro e il recupero di un edificio da destinare a punto di accoglienza e piccola foresteria, la creazione di un sistema di passarelle per permettere l’accesso ai disabili con difficoltà motorie, l’individuazione e realizzazione di percorsi naturalistici nei pressi dell’Abbazia, secondo una forma di turismo sociale che si ispiri a principi di sobrietà, equità, sostenibilità, partecipazione e solidarietà.
Grazie al progetto Gedeone, l’Abbazia di Santa Maria di Corazzo è diventata un luogo di integrazione e di riferimento per la collettività, dove i soggetti disagiati sono i protagonisti dello sviluppo locale.
Obiettivi
Il progetto si prefigge la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale dell’area circostante l’antica Abbazia di Corazzo, attraverso la creazione di un’impresa sociale che rivesta una duplice funzione:
• offrire opportunità di inserimento lavorativo a persone che vivono in situazioni di disagio economico-sociale e/o psichico, sperimentando nuovi percorsi lavorativi in agricoltura e forestazione, nel turismo sociale e nella valorizzazione dei beni storico-ambientali;
• creare un luogo di integrazione e di riferimento per la collettività, dove i soggetti disagiati svolgano un ruolo da protagonisti, abbattendo così i pregiudizi inerenti il disagio, attenuando le problematiche relazionali ed emozionali che i soggetti riscontrano quotidianamente nella loro sfera familiare prima ancora che sociale.
Partnership
Il Progetto è nato grazie al connubio tra il Comune di Carlopoli (Catanzaro) e le Associazioni “Comunità S.S. Pietro e Paolo” di Lamezia Terme e “New Day Onlus” di Soveria Mannelli (Catanzaro), con la partecipazione del “Centro di Salute Mentale del Distretto del Reventino” di Decollatura (Catanzaro) e dell’azienda agricola “Apicoltura Miceli” di Lamezia Terme.
Risultati
Sul fronte dell’integrazione sociale, il progetto Gedeone ha portato all’inserimento lavorativo di 5 soggetti svantaggiati che, grazie alla collaborazione con il Centro di Salute Mentale del Distretto del Reventino e al supporto dell’azienda agricola Miceli, partecipano con continuità alle attività di orticoltura: il primo anno sono stati messe a dimora 5.000 piantine di origano, 30 alberi, 800 bulbi di zafferano e 100 di tulipano, realizzando un impianto di irrigazione lungo 650 metri, e raccolte 200 balle di fieno; nel 2015 sono stati avviate nuove produzioni, soprattutto in direzione del recupero delle erbe officinali.
Quanto alla tutela attiva del territorio, e della valorizzazione dei suoi beni storico-ambientali, il Progetto ha rivitalizzato i ruderi dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo (anche in questo caso, i soggetti disagiati partecipano all’organizzazione delle giornate ricreative), innescando un meccanismo basato sull’accoglienza e sulla riappropriazione dei luoghi storici e naturalistici da parte delle persone: un contesto in cui il visitatore non si sente spaesato o intimorito, ma coinvolto in una fruizione attiva dei luoghi, intesi come spazi di svago, d’integrazione e di ritrovo per i giovani e le famiglie. Finora sono stati accolti circa 7.000 visitatori, ed effettuate oltre 500 visite guidate.