Un importante emendamento alla Legge di bilancio 2018 è stato introdotto in extremis su iniziativa del deputato Giuseppe Guerini in quota al Pd: le cooperative sociali che assumeranno dal primo gennaio 2018 a tempo indeterminato i rifugiati politici che godono di protezione internazionale, potranno usufruire di incentivi.
Non solo: il bonus contributivo alle cooperative sociali verrà riconosciuto anche per le assunzioni di donne vittime di violenza di genere.
Per quanto riguarda i rifugiati politici, in pratica, verrà assunto chi possiede da due anni il titolo di protezione internazionale, riconosciuta a coloro che sono stati costretti a fuggire dal Paese di provenienza per il fondato timore di essere perseguitati o di subire danni gravi.
Per quanto concerne invece le cooperative sociali che assumono, l’incentivo consiste in una riduzione delle aliquote per l’assicurazione previdenziale e quella assistenziale relative a queste categorie di lavoratori.
Afferma con decisione Stefania Congia, responsabile dell’ufficio Politiche di integrazione sociale e lavorativa dei migranti del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali: «Si tratta di una novità importante perché i rifugiati vengono così equiparati alle categorie protette e questo potrà incentivare la loro assunzione».
Congia aggiunge però che migranti o rifugiati politici non sono dei disabili e pertanto la metodologia dell’incentivo non potrà essere per sempre: infatti questi incentivi avranno, per ora, la durata di 36 mesi.
Per il momento si sta lavorando al decreto di attuazione da parte ministeriale, dal momento che la definizione di criteri di assegnazione e ripartizione non è ancora stata decisa, ma dovrà essere definita entro 60 giorni dall’entrata in vigore dello stesso.
Ci piace rilevare che sia le donne vittime di violenza che i rifugiati politici abbiano potuto ricevere agevolazioni nella stesura di una Legge di Bilancio che ha avuto particolari attenzioni anche per i giovani, per il Sud e per i disoccupati.