È l’Italia il Paese leader dell’inclusione scolastica dei disabili e il 10 febbraio è stata premiata a Vienna dalle Nazioni Unite.
L’ha reso noto nei giorni scorsi il dirigente del Miur Raffaele Ciambrone nel corso di un convegno tenuto a Palermo, “La scuola e la persona con disabilità: dal piano educativo al progetto individualizzato di vita”.
Il convegno ha rappresentato anche l’occasione per annunciare i dati aggiornati all’anno in corso sul numero degli studenti disabili: gli iscritti sono 234 mila (nel 2005 erano quasi 70mila in meno).
Ricordiamo che in Italia il sistema scolastico è di tipo inclusivo e punta all’integrazione totale del disabile nella sua classe, mentre in altri Paesi, fatta eccezione per la Spagna che ha adottato il nostro stesso tipo di politica in materia, pur non raggiungendo però gli stessi numeri, vige un sistema a inclusione mista o addirittura sono presenti classi “speciali” in cui i disabili non sono praticamente mai in contatto con i loro coetanei.
Quest’ultimo è il caso della Germania ad esempio, in cui i ragazzi portatori di handicap sono 480 mila, e 378 mila frequentano scuole separate.
Davide Faraone, sottosegretario all’istruzione, ha indicato il nostro sistema scolastico di inclusione come un modello da seguire, poiché in «continuità con il percorso che ha portato all’abolizione delle classi speciali, stiamo mettendo in campo una serie di azioni riformiste, tra queste il sistema di formazione iniziale degli insegnanti di sostegno per renderlo più efficace», alludendo alla legge delega 107/15, in via di costruzione, che promuove un grado di più elevato di specializzazione e pratica in materia da parte dei futuri insegnanti di sostegno.