In queste pagine parliamo spesso di responsabilità delle imprese e delle organizzazioni, quasi sempre dal punto di vista della rendicontazione sociale. Non a caso lo strumento più analizzato è il bilancio sociale. Oggi abbiamo l’opportunità di cambiare punto di vista. L’occasione è fornita dalla traduzione in inglese e dalla presentazione all’ISO – International Organization for Standardization – della “Prassi di riferimento”, messa a punto nel nostro Paese nel 2016 per l’applicazione della norma UNI ISO 26000 sulla responsabilità sociale. Il merito è del tavolo di lavoro promosso da Fondazione Sodalitas e UNI, l’Ente Italiano di Normazione,in collaborazione con INAIL e quattro tra i più importanti istituti di certificazione – Bureau Veritas Italia,Certiquality, DNV GL, SGS Italia.
Ma facciamo un passo indietro. Le linee guida UNI ISO 26000: 2010 per la Responsabilità Sociale delle organizzazioni sono state pubblicate il 1° novembre 2010, dopo un lungo e complesso iter avviato nel lontano 2005. Attenzione, l’ISO 26000 non è una norma certificabile da una terza parte come accade, invece, per i sistemi di gestione qualità, ambiente, salute, sicurezza. Si tratta, invece, di una serie di indicazioni a disposizione dell’organizzazione per supportarla nello sforzo di mettere in atto comportamenti responsabili. La finalità è quella di “aiutare le organizzazioni a contribuire allo sviluppo sostenibile, di incoraggiarle ad andare al di là del mero rispetto delle leggi, di promuovere una comprensione comune nel campo della responsabilità sociale e di integrare altri strumenti e iniziative per la responsabilità sociale, ma non di sostituirsi a essi”.
A partire da una nuova e specifica definizione di responsabilità sociale: “Responsabilità da parte di un’organizzazione per gli impatti delle sue decisioni e delle sue attività sulla società e sull’ambiente, attraverso un comportamento etico e trasparente che: contribuisce allo sviluppo sostenibile, inclusi la salute e il benessere della società; tiene conto delle aspettative/interessi degli stakeholder; è in conformità con la legge applicabile e coerente con le norme internazionali di comportamento; è integrata in tutta l’organizzazione e messa in pratica nelle sue relazioni”.
Sette principi (Responsabilità di rendere conto, Trasparenza, Comportamento etico, Rispetto per gli interessi degli stakeholder, Rispetto del principio di legalità, Rispetto delle norme internazionali di comportamento, Rispetto dei diritti umani). Sette temi fondamentali (Governo dell’Organizzazione, Diritti Umani, Rapporti e condizioni di lavoro, Ambiente, Corrette prassi gestionali, Aspetti specifici relativi ai consumatori, Coinvolgimento e sviluppo della comunità). Sette raccomandazioni per integrare la Responsabilità sociale nell’organizzazione (Analizzare la relazione tra organizzazione e responsabilità sociale, Comprendere la responsabilità sociale, Pratiche per integrare la responsabilità sociale, Comunicazione, Accrescere la credibilità, Riesame e miglioramento, Iniziative volontarie).
Torniamo ad oggi. Fondazione Sodalitas e le organizzazioni partner, dunque, hanno inteso utilizzare uno tra i “prodotti della normazione europea” per approfondire ulteriormente la norma e fornire indicazioni utili alle imprese e alle organizzazioni per l’adozione “di un approccio olistico, sistematico ed integrato alla Responsabilità Sociale”.
“La Responsabilità Sociale è un principio che ha sempre maggiore diffusione e presa nell’attenzione degli operatori economici, oltre che negli interessi e nella sensibilità delle persone – ha affermato Piero Torretta, Presidente UNI. È la sintesi del ruolo della normazione: il ‘fare bene le cose’; una modalità di operare e di essere che dalla qualità del prodotto si amplia alla qualità del processo, al rispetto dei diritti delle persone e alle garanzie sulle tutele dell’ambiente. Aspetti che nel mondo globale possono avere diverse declinazioni e applicazioni nei luoghi e nelle valutazioni soggettive delle persone. Ecco perché è importante identificare e condividere uno standard che costituisca un punto di riferimento universale. Questo è l’obiettivo che UNI si prefigge con la presentazione della Prassi di Riferimento sulle Linee Guida UNI alla norma UNI ISO 26000.”
Dal canto suo Adriana Spazzoli, Presidente di Fondazione Sodalitas, ha affermato: “Ogni strategia aziendale di Sostenibilità può generare risultati e impatto solo se poggia su valori autentici e viene attuata attraverso standard affidabili. Fondazione Sodalitas si è impegnata a realizzare la Prassi di riferimento insieme a UNI e agli altri partner proprio per mettere a disposizione di tutto il mercato linee-guida efficaci. Condividere questa esperienza a livello internazionale è un passaggio importante per raggiungere l’obiettivo”.
Di seguito proponiamo ai lettori di Felicità Pubblica l’introduzione del documento. Chi volesse può consultare il testo integrale alla pagina web.
INTRODUZIONE
0.1 ORIGINE DEL PROGETTO
La prassi di riferimento dedicata alla norma UNI ISO 26000 è il punto di arrivo di un percorso iniziato nel 2013 con una serie di attività di verifica e di riflessione su quanto fatto e sulle aspettativeed esigenze per il futuro.
Lo stimolo è arrivato dalla convinzione, fatta propria fin dall’inizio dalle organizzazioni che hanno preso parte al Tavolo di lavoro per l’elaborazione del presente documento, dell’opportunità di promuovere non solo la conoscenza, ma anche l’efficace implementazione dei principali strumenti a disposizione delle organizzazioni per integrare la responsabilità sociale nelle proprie strategie e attività.
Nella consapevolezza che “fare responsabilità sociale”, andando oltre la pur fondamentale condivisione del tema su un piano valoriale, richiede un approccio sistematico che si esplicita nel saper definire gli obiettivi chiave, nel mettere in atto le conseguenti attività ed azioni, nel misurare nel tempo il livello e l’efficacia di realizzazione degli obiettivi assunti, intraprendendo così un percorso di miglioramento continuo.
A poco più di tre anni dalla sua pubblicazione, la norma UNI ISO 26000 si è posta come uno degli strumenti da cui partire e in quest’ottica è stato deciso di chiedere al mercato un riscontro sull’utilizzo della norma, sui vantaggi riscontrati dalla sua adozione, sulle criticità ancora da superare.
Nel 2013 dunque, UNI e Fondazione Sodalitas hanno progettato e realizzato la ricerca “UNI ISO 26000: la responsabilità sociale in concreto”, condotta su un campione di aziende ed organizzazioni che hanno a vario titolo adottato la norma. I risultati della ricerca sono stati presentati il 30 gennaio 2014 nel corso dell’evento “Misurare per migliorare. UNI ISO 26000: approcci ed esperienze a confronto”, sotto il coordinamento degli Organismi di Certificazione aderenti ad UNI ed a Fondazione Sodalitas – Bureau Veritas Italia, Certiquality e DNV-GL Business Assurance Italia, ed ha visto la testimonianza di tre realtà imprenditoriali nazionali di settori diversi (meccanica, energetica, finanza) che hanno implementato la UNI ISO 26000.
Nei mesi successivi alla presentazione un numero rilevante di aziende e organizzazioni – tra cui realtà di grandi dimensioni – ha chiesto di approfondire i risultati della ricerca. Fondazione Sodalitase UNI hanno quindi ritenuto opportuno invitare le aziende ed organizzazioni coinvolte nella ricerca, le imprese aderenti a Fondazione Sodalitas e un gruppo selezionato di stakeholder a 3 focus groupche si sono svolti a inizio 2015, organizzati con la collaborazione di Bureau Veritas Italia, Certiquality e DNV-GL Business Assurance Italia e SGS Italia.
Vi hanno partecipato una quarantina di esperti provenienti da oltre 60 aziende e organizzazioni, che si sono confrontati in modo aperto su come le tematiche emerse dalla ricerca impattano sulle rispettive realtà di appartenenza.
In particolare, dai 3 focus group è emerso un interesse condiviso verso la possibilità di disporre di linee guida e indicazioni metodologiche riferite a tre aspetti sentiti particolarmente critici, ma fondamentali per procedere con un percorso di integrazione della responsabilità sociale nelle strategie e nelle operatività delle organizzazioni:
I riscontri e contributi raccolti grazie ai focus group hanno portato alla determinazione di elaborare il presente documento pensato quale punto di riferimento per aziende e organizzazioni che non hanno ancora sviluppato la dimensione della responsabilità sociale in modo strutturato e che si sentono motivate a farlo ma mancano delle competenze metodologiche necessarie.
Il documento, inoltre, può essere un valido strumento anche per organizzazioni più mature nell’affrontare e sviluppare la dimensione della responsabilità sociale. Le organizzazioni troveranno in questa prassi di riferimento indicazioni utili per affrontare efficacemente aspetti specifici e superare criticità presenti anche nelle realtà più complesse.
0.2 TEMI FONDAMENTALI DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE ORGANIZZAZIONI
La norma UNI ISO 26000 si fonda su sette temi fondamentali che devono necessariamente essere trattati in modo olistico. Devono cioè essere considerati tutti, perché tra loro correlati, complementari e interdipendenti. La prassi di riferimento illustra come approcciare i temi fondamentali in relazione agli aspetti considerati particolarmente critici della materialità (materiality), del rendere conto (accountability) e del coinvolgimento dei portatori di interesse (stakeholder engagement). Grande attenzione è dedicata alla “governance” che più di tutti gli altri è di primaria importanza in quantostrumento che permette di intraprendere tutte le azioni necessarie utili ad affrontare gli altri temi e i relativi aspetti specifici, essendo al contempo essa stessa un tema fondamentale.