Nel nostro Paese cresce il benessere economico della famiglie anche se aumentano sempre di più i poveri: il 7,6% della popolazione, ossia 4 milioni e 598 mila persone, infatti vive in condizioni di povertà assoluta. Questo è quanto emerge dal quarto “Rapporto sul benessere equo e sostenibile (BES) 2016” realizzato dal Cnel e dall’Istat, che analizza i principali fenomeni sociali, economici e ambientali che caratterizzano l’Italia, attraverso l'analisi di un ampio set di indicatori suddivisi in 12 domini.
Nel nostro Paese cresce il benessere economico della famiglie anche se aumentano sempre di più i poveri: il 7,6% della popolazione, ossia 4 milioni e 598 mila persone, infatti vive in condizioni di povertà assoluta.
Questo è quanto emerge dal quarto “Rapporto sul benessere equo e sostenibile (BES) 2016” realizzato dal Cnel e dall’Istat, che analizza i principali fenomeni sociali, economici e ambientali che caratterizzano l’Italia, attraverso l’analisi di un ampio set di indicatori suddivisi in 12 domini.
Nel dettaglio è possibile notare che il moderato aumento del reddito disponibile pro-capite (+1% rispetto al 2014) e del potere d’acquisto (+0,9%), cui ha concorso la frenata della dinamica inflazionistica, ha favorito, nel biennio 2014-15, un recupero della spesa pro-capite per consumi (+1,6%), mentre la tendenza al risparmio è rimasta inferiore a quella del periodo pre-crisi.
Dal report si legge che nonostante tale aumento del reddito disponibile la diseguaglianza non è mutata, infatti, essa si conferma stabilmente sopra la media europea: il rapporto tra il reddito percepito dal 20% della popolazione con i redditi più alti e il 20% con i redditi più bassi è pari nel 2015 a 5,8 in Italia, contro una media europea di 5,2. Pertanto, questi segnali positivi sembrano non interessare quanti vivono in condizioni di disagio economico.
Nel 2015 la quota di persone a rischio di povertà cresce al 19,9% dal 19,4% del 2014, e la povertà assoluta aumenta per via dell’aggravarsi della condizione delle famiglie più grandi, in particolare le coppie con due figli e le famiglie di stranieri.
In Italia il disagio economico è collegato alla difficoltà per le famiglie e gli individui a inserirsi e rimanere nel mercato del lavoro: l’11,7% delle persone vive in famiglie con intensità lavorativa molto bassa, valore che aumenta al 20,3% nelle regioni del Mezzogiorno. Ma l’anno scorso si interrompe la propensione all’aumento prorogata per tutto il periodo 2009-2014.