Partenariato pubblico / sociale

ITI Investimenti Territoriali Integrati

L’art. 36 del Regolamento (Ue) n. 1303/2013 che detta disposizioni comuni sull’utilizzo dei fondi strutturali nella programmazione 2014/2020, per la prima volta introduce lo strumento denominato ITI, Investimenti territoriali integrati, fornendo le indicazioni essenziali per la sua attivazione.

1. Qualora una strategia di sviluppo urbano o un’altra strategia o patto territoriale di cui all’articolo 12, paragrafo 1, del regolamento del FSE richieda un approccio integrato che comporti investimenti del FSE, FESR o Fondo di coesione nell’ambito di più assi prioritari di uno o più programmi operativi, le azioni possono essere eseguite sotto forma di investimento territoriale integrato (ITI). Le azioni eseguite come un ITI possono essere integrate da un sostegno finanziario dal FEASR o dal FEAMP. (…) 3. Lo Stato membro o l’autorità di gestione può designare uno o più organismi intermedi, compresi enti locali, organismi di sviluppo regionale o organizzazioni non governative, cui delegare la gestione e l’attuazione di un ITI conformemente alle norme specifiche di ciascun fondo”.

In questi mesi diverse amministrazioni locali si stanno cimentando con le prime esperienze, mobilitando le risorse locali e realizzando coerenti coalizioni di interessi.

Per illustrare le caratteristiche di questo nuovo strumento riportiamo di seguito un estratto di una scheda informativa predisposta dagli Uffici della Commissione.

La presente scheda informativa si concentra sugli investimenti territoriali integrati (ITI) che consentono agli Stati membri dell’Unione europea di combinare investimenti di diversi assi prioritari di uno o più programmi operativi per interventi pluridimensionali o tra più settori. Tuttavia, sarà mantenuta la capacità di tenere traccia dello stanziamento di fondi alle varie priorità di investimento.

Qual è lo scopo?

Data l’importanza delle strategie territoriali integrate per il raggiungimento di un’Europa intelligente, sostenibile e inclusiva, come prevista dalla strategia Europa 2020, il regolamento «disposizioni comuni» introduce l’ITI come strumento chiave per l’attuazione di tali strategie. L’ITI fornisce un meccanismo flessibile per la formulazione di risposte integrate alle diverse esigenze territoriali, mantenendo l’attenzione sui temi che legano la politica di coesione alla strategia Europa 2020.

Cosa è stato proposto?

ITI: uno strumento efficiente e flessibile

L’ITI è uno strumento per l’implementazione di strategie territoriali di tipo integrato. Non si tratta di un intervento né di una sub-priorità di un programma operativo. Piuttosto, l’ITI consente agli Stati membri di implementare programmi operativi in modo trasversale e di attingere a fondi provenienti da diversi assi prioritari di uno o più programmi operativi per assicurare l’implementazione di una strategia integrata per un territorio specifico. Come tale, l’esistenza dell’ITI fornisce flessibilità agli Stati membri per quanto concerne la progettazione di programmi operativi e consente l’implementazione efficiente di azioni integrate mediante un finanziamento semplificato.

È importante sottolineare che gli Investimenti territoriali integrati possono essere utilizzati in maniera efficiente se la specifica area geografica in questione possiede una strategia territoriale integrata e intersettoriale.

Gli elementi chiave di un ITI sono i seguenti:

  • territorio designato e strategia di sviluppo territoriale integrata;
  • pacchetto di iniziative da implementare;
  • accordi di governance per gestire l’ITI.

Territorio designato e strategia di sviluppo territoriale integrata

È essenziale sviluppare una strategia di sviluppo integrata e intersettoriale che si rivolga alle esigenze di sviluppo dell’area in questione. La strategia dovrebbe essere progettata in modo che le iniziative possano essere costruite sulle sinergie prodotte da un’implementazione coordinata.

Qualsiasi area geografica con caratteristiche territoriali particolari può essere oggetto di un ITI, da quartieri urbani specifici con molteplici svantaggi a livello urbano, metropolitano, urbano-rurale, sub-regionale o interregionale. Un ITI può anche offrire iniziative integrate in unità con caratteristiche simili all’interno di una regione, anche se distanti dal punto di vista geografico (ad esempio, una rete di città di piccole o medie dimensioni). Non è obbligatorio che un ITI copra l’intero territorio di un’unità amministrativa.

Inoltre, un ITI è adatto a offrire iniziative nel contesto della Cooperazione territoriale europea (CTE). Ad esempio, in un contesto transfrontaliero gli Investimenti territoriali integrati possono essere utilizzati per implementare una strategia integrata per lo sviluppo urbano in città transfrontaliere. Le azioni concepite per rispondere alle specifiche esigenze territoriali possono essere supportate attraverso lo strumento ITI. Tuttavia, è necessario rispettare il contesto di cooperazione. Per questo motivo, il regolamento CTE impone che qualsiasi organismo intermedio designato per l’attuazione di un ITI debba essere un ente giuridico istituito secondo la normativa di uno dei paesi partecipanti e dalle autorità pubbliche, oppure debba essere costituito da enti di almeno due paesi partecipanti o un EGTC. (articolo 11 del regolamento CTE).

Pacchetto di iniziative da implementare

Le iniziative da implementare mediante l’ITI dovranno contribuire agli obiettivi tematici dei rispettivi assi prioritari dei programmi operativi partecipanti, nonché agli obiettivi di sviluppo della strategia territoriale. Possono coinvolgere investimenti da parte del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo di coesione. Il finanziamento può essere integrato con il supporto del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Non è obbligatorio combinare tutti i Fondi in ogni ITI. Tuttavia, è consigliabile che un ITI metta insieme fondi diversi. La combinazione di investimenti fisici nelle infrastrutture da parte del FESR e investimenti nel capitale umano da parte del FSE è particolarmente rilevante nell’ambito dello sviluppo urbano sostenibile. La combinazione di investimenti da parte del FESR e da parte del FEASR è particolarmente rilevante per sostenere i partenariati tra aree urbane e aree rurali.

Un ITI può fornire sostegno non solo attraverso sovvenzioni ma anche tramite strumenti finanziari (articoli da 37 a 46 del regolamento «disposizioni comuni») laddove appropriati per intraprendere le azioni definite nella strategia di sviluppo.

Lo sviluppo locale di tipo partecipativo potrebbe essere un elemento da utilizzare per costruire l’implementazione di un ITI. Tuttavia, esistono differenze importanti tra l’ITI e lo sviluppo locale di tipo partecipativo. Quest’ultimo, infatti, è un approccio strettamente dal basso verso l’alto. È il gruppo di azione locale a stabilire il contenuto della strategia di sviluppo locale e le operazioni soggette a finanziamento. L’ITI, invece, non pregiudica la modalità in cui vengono prese le decisioni relative agli investimenti stessi, in quanto tale processo può essere dall’alto verso l’alto, dal basso verso l’alto o una combinazione dei due. Come tale, lo sviluppo locale di tipo partecipativo può essere, ad esempio, una componente di una strategia urbana integrata implementata mediante un ITI.

Oltre agli investimenti che supportano una strategia di sviluppo locale mediante un ITI, anche altre iniziative rivolte alla stessa area possono essere finanziate mediante gli assi prioritari di un programma o più programmi operativi che non partecipano al finanziamento dell’ITI. Molte delle priorità di investimento nella proposta possono contribuire in maniera diretta allo sviluppo dell’area geografica in questione e non c’è obbligo di implementarle tutte mediante tale strumento. Tuttavia, è auspicabile che gli investimenti settoriali nell’area in questione siano incorporati e allineati con le strategie territoriali integrate per lo sviluppo.

Accordi di governance per gestire l’ITI

L’autorità di gestione del programma operativo ha la responsabilità ultima della gestione e dell’implementazione delle operazioni di un ITI. Tuttavia, può designare organismi intermediari, inclusi autorità locali, organismi di sviluppo regionale oppure organizzazioni non governative per adempiere ad alcune o a tutte le attività di gestione e implementazione. La forma e il livello della delega di gestione dell’ITI possono variare a seconda delle modalità amministrative dello Stato membro o della regione. Nel caso in cui l’ITI attui azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile (articolo 7 del regolamento concernete il FESR), è obbligatorio delegare alle autorità urbane almeno quelle attività che riguardano la selezione dell’operazione. (…)

Quali sono i vantaggi?

Le disposizioni riguardanti l’ITI offrono diversi potenziali vantaggi:

  • L’ITI, come strumento che promuove l’uso integrato di fondi, ha la potenzialità di portare a un risultato globale migliore a parità di importo dell’investimento pubblico.
  • L’eventuale delega di gestione degli ITI dà potere agli attori sub-regionali (soggetti coinvolti a livello locale/urbano), assicurando il loro coinvolgimento e l’assunzione delle responsabilità relative alla preparazione e all’attuazione del programma.
  • Poiché un ITI avrà flussi di fondi assicurati all’inizio, ci sarà una maggiore certezza per quanto riguarda i fondi destinati a iniziative integrate.

L’ITI è uno strumento concepito per un approccio allo sviluppo basato sul territorio, che può aiutare a sbloccare il potenziale non pienamente sfruttato a livello locale e regionale.

Published by
Valerio Roberto Cavallucci