All’età di 82 anni Jane Goodall, la famosa antropologa ed etologa nota soprattutto per i suoi studi sul comportamento degli scimpanzé, ha deciso di cimentarsi in una nuova sfida che consiste in una mappatura delle foreste della Tanzania con l’obiettivo di dare impulso alla salvaguardia del Pianeta. Per farlo, avrà a disposizione le tecnologie più avanzate messe a disposizione della Nasa in grado di mostrare come sia cambiata la foresta dagli anni ’70 fino ad oggi. Il progetto, che si avvarrà della collaborazione del collega Lilian Pintea, consiste nel dimostrare in modo pratico la salute della natura e quindi sensibilizzare il mondo sul destino a cui sta andando incontro.
La foresta della Tanzania, un tempo florida e autentico polmone verde, è un esempio piuttosto calzante di come la vegetazione sia andata incontro, e ogni anno di più, a un diradarsi progressivo. Saranno le immagini satellitari e le mappe digitali a indicare la misura esatta di uno stato di salute molto precario ma Jane Goodall continua fiduciosa a portare avanti il suo progetto dichiarando ottimismo, nonostante sia stata una fra le persone ad aver visto più da vicino la costante distruzione della natura da parte dell’uomo.
Questo tipo di programma, avviato già dal 1991, ha portato la studiosa nelle scuole e nelle strutture educative nella convinzione che la salvezza della Terra passi necessariamente per le mani dei bambini, di una generazione che, se resa consapevole, forse sarà in grado di mettere in atto comportamenti responsabili e consoni alla causa.
«In tutto questo lavoro», conclude Jane Goodall, «svolgono un ruolo fondamentale anche i social media che utilizzati nel modo giusto possono unire le persone di tutto il mondo a sposare delle cause straordinarie».