Le donne che vivono nella bidonville di Korogocho, vicino la capitale del Kenya (Nairobi) a subire soprusi e violenze fisiche da parte di maschi prepotenti non ci stanno più, così sono in numero sempre maggiore quelle che si sono aggregate per imparare il karate allo scopo di potersi difendersi dalle aggressioni a sfondo sessuale.
Lo stupro in Africa – e in particolare proprio in Kenya – è purtroppo un’odiosa pratica che, in base a un sondaggio condotto da Kenya Demographic and Health Survey, ha riguardato circa il 14% delle donne in età compresa tra i 15 e i 49 anni della popolazione attuale.
Non si pensi che le donne più anziane siano risparmiate dalla violenza, anch’esse la subiscono e sono anzi più a rischio delle altre perché prede più semplici da stanare per certi codardi figuri e anche perché si ritiene – piuttosto erroneamente – che il rischio di contagio di malattie a trasmissione sessuale quale ad esempio è l’AIDS, sia maggiore se il rapporto sessuale viene consumato con ragazze giovani.
Proprio per questo motivo i corsi di karate che si tengono in città comprendono donne di tutte le età perché tutte le età sono minacciate, e mentre inizialmente la scelta di usare le arti marziali per autodifesa era qualcosa di circoscritto limitatamente a certe aree della città, con il tempo le “Karate Grannies” (così come vengono chiamate) sono una comunità di combattenti, riconosciute e piuttosto famose. Molte di loro sono già in grado di difendersi e respingere l’aggressore. Sheila Kariuki, che è una delle insegnanti di karate, ha spiegato come da anni alle allieve non viene spiegato semplicemente come difendersi e le varie tecniche di lotta ma anche a gridare e non ad urlare. La differenza tra il grido e l’urlo è il sentimento che spinge le corde vocali a tirare fuori la voce. Il grido ha in sé il seme del coraggio perché in qualche maniera catartico, più adatto a mantenere la calma e la situazione sotto controllo. Un modo intelligente, inoltre, per guadagnare tempo, dare modo alla mente per capire la situazione e attirare l’attenzione degli altri su quanto sta succedendo.