Si è svolta ieri, sotto la pioggia, la fiaccolata in memoria di Giulio Regeni a Fiumicello, provincia di Udine.
Il ragazzo era un ricercatore universitario, giornalista per “Il Manifesto” e militante politico, e si trovava in Egitto per motivi accademici. Regeni era un ragazzo di 28 anni, serio e con grandi capacità, secondo come lo descrivono i suoi insegnanti, parlava fluentemente inglese, francese, spagnolo e arabo. E proprio il Medio Oriente era la sua grande passione, e pare si trovasse Al Cairo per conseguire il suo dottorato in materie economiche e anche per migliorare ancora il suo arabo.
D’altronde viaggiava molto: Stati Uniti, New Mexico, Siria, tra le sue mete. Negli ultimi tempi viveva in Inghilterra dove stava approfondendo i suoi studi. Poi il viaggio in Egitto e la sua morte.
Recentemente le indagini e l’autopsia hanno rivelato che Giulio Regeni è stato torturato e ucciso, per cui si sta indagando sui servizi segreti che, si ipotizza, potrebbero averlo scambiato per una spia facente parte di un’organizzazione “scomoda”. Questa è una delle tante ipotesi in merito alla morte del ragazzo ma non si escludono altre piste.